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Roma
Sanità: gastrite vietata nel Lazio, Asl ai medici di base: “Non ci sono soldi”

Avete la gastrite cronica? Siete pazienti oncologici che devono associare al cocktail di farmaci un gastroprotettore? Dovete prendere l'eparina per evitare trombi e coaguli del sangue? Bene, scordatevi i farmaci a carico del Servizio Sanitario nazionale perché Regione Lazio di Francesco Rocca ha deciso di tagliare la spesa farmaceutica fuori controllo.

Niente più ricette dei medici di base, perché con un atto d'imperio la Direzione Regionale della Sanità del Lazio, guidata da Andrea Urbani, con una direttiva ha impegnato le Asl del Lazio ha convocare in “audit” gli oltre 5400 medici di famiglia per chiedere conto dell'eccessivo numero di ricette emesse per gli assistiti per gastroprotettori, analgesici e eparine, e quindi inibitori di pompa protonica (omeprazolo, pantoprazolo, lansoprazolo, esomeprazolo, rabeprazolo), omega 3, vitamina D e farmaci respiratori (inalatori).

I cartelli negli studi medici che avvisano i pazienti

E in alcuni studi medici sono comparsi cartelli con queste informazioni: “La Asl sta convocando singolarmente tutti i medici per conto della Regione Lazio in merito ai controlli sulle prescrizioni di alcune classi di farmaci, la cui rimborsabilità è stata limitata sia dal punto di vista temporale che per categorie specifiche di pazienti. In poche parole i farmaci sotto elencati saranno mutuabili solo se il paziente soddisfa alcuni criteri, e in alcuni casi per un periodo limitato di tempo. Il nostro studio è stato convocato proprio oggi con rapporto di tutte le ricette emesse per i farmaci in nota da gennaio a marzo per singolo paziente, e da adesso in poi dobbiamo poter dimostrare i criteri di appropriatezza di tali ricette”. Tradotto: chi necessita di questo tipo di farmaci li potrà avere ma in classe C, cioè a pagamento.

I medici della Fimmg : "Troppe ricette, la Asl ci chiede spiegazioni"

E sulla vicenda è intervenuta la Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale che ha spiegato: “Le Asl della Regione Lazio stanno convocando i medici, chiamati a giustificare “troppe” ricette per gastroprotettori, analgesici, eparine rispetto alla media ma il contraddittorio si svolge fuori dei meccanismi presenti dagli accordi regionali, che prevedono dal 2001 le Commissioni per l’Appropriatezza Prescrittiva Interdistrettuali, paritetiche.

Nel 2023 disavanzo di 210 milioni sulla farmaceuticaNel 2023 i conti della Regione hanno registrato un disavanzo di 210 milioni sulla farmaceutica, uno scostamento di circa l’11% in più sulla media delle altre regioni. Che non sarebbe colpa dei medici del territorio. Fimmg Lazio sottolinea come gli ospedali spesso non prescrivano sulla ricetta dematerializzata men che meno i privati accreditati né forniscano ai pazienti dimessi i farmaci, e a volte poco sappiano persino delle norme che regolano la prescrizione dei farmaci in regime di concedibilità. Tuttavia, le convocazioni sembrano identificare i medici di base “come unici responsabili della spesa farmaceutica convenzionata”. Nel corso dei mesi le convocazioni hanno prodotto una riduzione di spesa “ma poca cosa rispetto all’attesa. Anche perché le rilevazioni, più che l’appropriatezza clinica delle prescrizioni, riguardavano sostanzialmente il numero di confezioni prescritte”.

I medici disorientati

!La pressione “diretta e personale” su ogni singolo medico – denuncia Fimmg Lazio – sta generando “disorientamento e confusione, specie tra i più giovani entrati da poco in servizio. Il medico ha l’obbligo di prescrivere in scienza e coscienza e appropriatezza", e il farmacista invece ha "il controllo della dispensazione, compreso quello sulle confezioni”, un meccanismo già in essere nel Lazio sui farmaci dispensati ai sensi della nota 97 o sui presidi per i diabetici". Anche nell’ottica di evitare comportamenti “difensivistici” dei medici convocati, il sindacato guidato da Giovanni Cirilli ritiene “cruciale la collaborazione tra medico e farmacista per ottimizzare la terapia farmacologica e garantire la sicurezza del paziente”. Ma aggiunge che per mantenere in equilibrio il SSR serve “una logica di sistema che coinvolga e che non travolga o sconvolga i professionisti”.

Sotto accusa il "cruscotto", il sistema che conta i farmaci ignorando le patologie

L’attuale “logica del cruscotto” la ricognizione numerica delle confezioni ritirate in farmacia “non tiene conto della reale attività prescrittiva del medico e tanto meno del reale contesto clinico e sociale del paziente. Né tiene conto del peso della prescrizione indotta da parte di specialisti pubblici e privati. Tanto che la cosiddetta riconciliazione Ospedale-territorio che avrebbe dovuto garantire una modifica del comportamento prescrittivo in relazione alla spesa, non sta dando gli sperati risultati”.







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