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Roma
Sanità in convenzione, mazzata sulle cliniche. “No ai ricorsi post contratto”

Il Consiglio di Stato chiude nel Lazio la fabbrica dei ricorsi al Tar da parte delle 60 cliniche private accreditate con il servizio sanitario regionale. Una pratica antica tipica di molti imprenditori sanitari e che ha generato fino ad oggi una mole di contenziosi che vale un miliardo di euro.


Funzionava pressappoco cosi: la mattina indossando gli abiti della responsabilità istituzionale il nostro imprenditore firmava il contratto che stabiliva il budget dell’anno, il pomeriggio, vestendo quelli del padrone rapace, dava l’incarico al suo avvocato di presentare ricorso contro lo stesso contratto e avviare un contenzioso.

Cause per un miliardo
Grazie a questo modus operandi un po’ levantino nella pancia delle Aziende sanitarie del Lazio giacciono ad oggi “cause aperte” pari ad un miliardo di euro circa, e che dovranno essere definite nelle sedi giudiziarie nei prossimi mesi e anni.Una cifra mostruosa, più alta del totale del supertasse che i cittadini pagano da circa dieci anni a causa del piano di rientro. Si trattava in definitiva di una modalità per tentare e spesso riuscire ad incrementare in modo del tutto legale gli introiti annuali. Il Consiglio di Stato pone fine a questa “festa” durata 20 anni.

La sentenza ammazza cliniche
Nei giorni scorsi infatti ha depositato la sentenza con cui ha bocciato l’ennesimo ricorso in appello presentato da alcuni operatori privati accreditati contro la cosiddetta “clausola di salvaguardia”, una norma voluta dalla Regione che impedisce di presentare ricorso dopo che si è firmato l'accordo. Secondo la suprema magistratura amministrativa, quella clausola è pienamente valida poiché in linea con la nuova concezione del buon andamento economico finanziario". Insomma è una norma di buon senso.

Stop al contenzioso
Dice il presidente della Regione Nicola Zingaretti: "Con questa sentenza si pone uno stop al contenzioso, storica piaga della sanità regionale. La clausola prevede che con la sottoscrizione dell'accordo 'la struttura accetta espressamente completamente e incondizionatamente il contenuto dei provvedimenti e rinuncia alle azioni e impugnazioni già intraprese avverso i suddetti provvedimenti ovvero ai contenziosi instaurabili contro provvedimenti già adottati conosciuti o conoscibili'.
La sentenza del Consiglio di Stato nel chiudere la vicenda e apportare chiarezza, costituisce inoltre un passaggio storico perché elimina uno dei maggiori fattori di incertezza che da sempre pesavano sulla gestione della sanità del Lazio”.
Si chiude un’epoca. La fabbrica dei ricorsi che dava lavoro ad una schiera di agguerriti avvocati con tutti il corollario al seguito, d specializzata nel ricavare il più possibile dal fondo sanitario regionale chiude i battenti. Bisognerà inventarsi alto: anche nella sanità del Lazio d’ora in poi, dopo la firma di un contratto non si va dall’avvocato ma si lavora per rispettarlo.

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