Roma
Sanità: la salvezza è nella ricerca. Le Regioni indichino la strada
Una sanità efficace nel nostro Paese passa soprattutto dall’integrazione delle procedure. Impedisce storture, abusi e favoritismi che in questo momento sono quanto di più dannoso possa esistere per il nostro sistema sanitario ma soprattutto per i cittadini che vivono una stagione di crisi. Tra i protagonisti di questa battaglia, importanti esponenti del mondo medico e accademico, come il professor Alfonso Barbarisi, docente ordinario di Chirurgia Generale, Facoltà Medicina e Chirurgia, Seconda Università di Napoli-SUN e Presidente della Conferenza dei Presidenti dei Collegi dell’Area Medica, più semplicemente nota come Intercollegio Medico.
“Definire urgentemente lo Schema tipo nazionale per le convenzioni Università Regioni per le aziende Ospedaliere-Universitarie richiesto dalla Riforma Universitaria della Gelmini di cinque anni fa o la Sanità italiana si avvierà verso una parcellizzazione dei Policlinici che non sarà più sanabile.” È questo il grido d’allarme lanciato dal professore. “Per comprendere quello che vogliamo evidenziare dobbiamo partire dall’istituzione del SSN con la legge 883 del ’78, quando i Policlinici Universitari vennero equiparati “semplicemente” agli Ospedali Generali Regionali”.
Prosegue il docente: “Sottolineando le differenze tra le missioni dei professionisti medici, da un lato potremmo dire quella squisitamente assistenziale-ospedaliera, dall’altro quella “universitaria” che parallelamente o forse in maniera addirittura predominante, integra l’attività assistenziale con la formazione dei futuri medici e la ricerca biomedica. Funzioni distinte ma assolutamente non contrapposte. A questo punto, dopo due riforme del sistema sanitario nazionale, ha fatto seguito, la legge 517 del ‘99 e con essa le linee guida proseguendo un percorso normativo complesso e articolato, ma purtroppo incompleto che ha messo negli anni in difficoltà quelle che vengono chiamate Aziende Ospedaliera–Universitaria Integrata (AOUI). Un percorso che non solo non ha dato soluzione al rilancio della triplice missione universitaria (formazione, ricerca ed assistente) ma ha lasciato spazio a margini interpretativi da parte delle Regioni, che avrebbero dovuto realizzare una integrazione tra attività universitarie ed assistenziali con le AOUI. Con un proliferare eterogeneo ma, soprattutto, confuso di convenzioni tra i Policlinici universitari e le Regioni che hanno mancato di migliorare le condizioni professionali dei medici universitari ma hanno alimentato un inutile dibattito su un supposto, quanto inutile, dualismo tra medici universitarie e medici ospedalieri.”
D'accordo anche il Prof. Giuseppe Novelli, genetista di fama mondiale e Rettore dell’Università di Tor Vergata: “Il momento storico è complicato, la contrazione di risorse è sotto gli occhi di tutti. Le poche risorse che abbiamo vanno utilizzate nel migliore nei modi. Il tema non è la supremazia degli uni sugli altri, ma quanto sono strategici i temi della ricerca e della produzione scientifica per il nostro Paese. Per questo occorre che i gli attori protagonisti siano chiamati al più presto a concertare uno schema di convenzione tra Regioni e Policlinici Universitari che abbia una valenza unitaria nazionale che sancisca una volta ruoli e strumenti ma che soprattutto definisca una procedura uniforme. Obbiettivo che diventa fondamentale perché, solo per fare un esempio chiarificatore, non possiamo immaginare una dimensione medico formativa di carattere regionale, quando in questa direzione la proiezione è e deve essere assolutamente globale.”