Sanità Regione Lazio, commissariamento addio. Ma il sistema resta fragile
Dopo 9 anni stop al commissariamento della sanità nel Lazio con le nuove elezioni
di Luca Lotti
Sanità, il Lazio dopo 9 anni è fuori dall’emergenza del commissariamento iniziato nel 2008 da Piero Marrazzo e proseguita con Renata Polverini e Nicola Zingaretti.
Il 1 dicembre, secondo quanto anticipato dal Sole 24 Ore, il Consiglio dei ministri approverà il decreto che sancirà la fine della gestione commissariale e il ritorno ad ordinarie modalità di governo di quello che resta l’asset più ingombrante del bilancio regionale visto che vale circa 11 miliardi. Però non si chiude la stagione del piano di rientro che dunque resta in vigore. Si da credito insomma e si riconosce il gran lavoro fatto, tuttavia si certifica anche che il suo sistema di governance non è ancora solido abbastanza ma resta fragile. E dunque per evitare sbandamenti si preferisce che restino in vigore le stringenti coordinate del piano. Misura preventiva contro derive amministrative indotte da euforia.
La fine del commissariamento, iniziato con l’’ex presidente Piero Marrazzo dopo che il tavolo di verifica di inizio 2008 aveva accertato che con la gestione assessorile non si erano fatti passi avanti sul fronte del risanamento e attuazione delle misure previste, comporta che dalla prossima Giunta tornerà ad esserci un assessore alla sanità, che torneranno a giocare un ruolo più incisivo Consiglio e Commissione della Pisana. Insomma si ritorna ad una gestione più democratica. La road map verso questo che è un oggettivo successo dell’amministrazione Zingaretti, prevede che mercoledì 29 novembre si i terrà l’ultima riunione 2017 del Tavolo tecnico, in quella sede si prenderà atto che tecnicamente non esistono più le ragioni che hanno giustificato fino ad oggi e per 10 lunghi anni l’incarico di commissario ad acta e di subcommissari governativi per governare la sanità del Lazio.
Il via libera dei tecnici sarà comunicato al Consiglio del ministri che nella riunione il 1 di dicembre che ne prenderà atto chiudendo l’epoca della gestione straordinaria. I conti sono a posto e, come dice Il Sole, la Regione Lazio non è più nella lista di quelle definite canaglia dove ha stazionato per almeno 20 anni, non è più quella che produce un terzo del deficit totale nazionale. Il disavanzo finanziario, che nel 2013 era ancora di 670 milioni di euro, nel 2016 si è ridotto a 136 e nel 2017 le proiezioni dicono che sarà ridotto del 50%. Buone notizie anche sul fronte della qualità delle cure erogate il punteggio sui livelli essenziali di assistenza a 178 punti ben oltre la soglia minima stabilita a 160. Le assunzioni sono riprese e nel biennio 2016/18 saranno assunte 3000 persone e di queste la metà saranno precari… Tutto bene dunque? No, il lavoro da fare resta tantissimo, la parte maggiore, però è certo che ora con un sistema risanato medici e infermieri lavorino meglio e i pazienti sono più tutelati.