Sanità, tornare a camminare dopo un ictus: terapia inedita del Santa Lucia
Attraverso la stimolazione magnetica del cervelletto, un equipe di ricercatori ha notato un miglioramento del cammino e della capacità di equilibrio.
Pazienti colpiti da ictus cerebrale: la stimolazione magnetica transcranica potrebbe risultare un’integrazione utile ai trattamenti tradizionali di neuroriabilitazione per la rieducazione al cammino e per il recupero delle funzioni cognitive, spesso danneggiate da questa patologia, come linguaggio e attenzione.
Questo è quello che l’équipe del Dott. Giacomo Koch, Responsabile del Laboratorio di Neuropsicofisiologia Sperimentale della Fondazione Santa Lucia IRCCS, ha tratto da una sperimentazione che ha rilevato un miglioramento del cammino e della capacità di equilibrio superiori a quelli ottenuti da pazienti post-ictus trattati secondo protocolli clinici standard.
Autore già di diversi studi scientifici sull’utilizzo della stimolazione magnetica transcranica (TMS) in ambito neuroriabilitativo, tra cui il recupero della memoria in pazienti con malattia di Alzheimer, il gruppo di ricercatori dell’IRCCS Santa Lucia è giunto a questo nuovo risultato applicando ora la TMS al cervelletto, un’area anatomica dell’encefalo che riveste una funzione fondamentale nell’apprendimento degli schemi motori e della capacità di svolgere azioni complesse, ma sembra coinvolta anche nello sviluppo di funzioni cognitive come il linguaggio, la memoria e l’attenzione nonché nella regolazione delle nostre risposte a stati di paura e piacere.
Il neurologo Giacomo Koch ha spiegato come questa funzione di regia che svolge il cervelletto è stata lo spunto da cui è nata la sperimentazione: “Anziché stimolare direttamente le aree del cervello danneggiate dall’ictus cerebrale, siamo andati a stimolare, per così dire, la ‘centrale’ dell’apprendimento delle attività danneggiate. Per questa sua stessa natura il cervelletto è anche una delle sedi principali della plasticità cerebrale, ovvero quella capacità del nostro cervello di riorganizzarsi in nuove reti neurali in risposta al danno subito. Volevamo stimolare il cervelletto, per verificare possibili ricadute positive a cascata sulle aree cerebrali a cui viene poi demandata l’attuazione e il controllo delle funzioni apprese”.
Il gruppo di ricercatori ha verificato gli effetti della stimolazione attraverso analisi del cammino ed esami di neurofisiologia, che hanno permesso di registrare un effettivo aumento dell’attività neurale nell’area parietale posteriore del cervello, importante per il controllo del cammino e dell’equilibrio. “I pazienti trattati con TMS – prosegue il dottor Koch – sono passati da un valore di scala che indica il rischio caduta a un valore di scala corrispondente alla capacità di camminare in sicurezza”.
Complessivamente i ricercatori hanno coinvolto nella sperimentazione 36 pazienti: la metà trattati con stimolazione magnetica transcranica del cervelletto per tre settimane ed il restante gruppo di controllo con sedute di fisioterapia tradizionale. Il primo gruppo ha registrato un miglioramento di cammino ed equilibrio superiore del 20% rispetto al gruppo di controllo.
Lo studio è stato finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito dei progetti di ricerca finalizzata.
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