Roma

Sapienza, è allarme molestie: 13 casi in un anno. Sospeso un professore

Molestie, apprezzamenti verbali, abusi di potere da parte di professori, ricercatori, direttori di dipartimento e personale amministrativo dell'Ateneo

Allarme rosso alla Sapienza: molestie, apprezzamenti verbali, abusi di potere da parte di professori, ricercatori, direttori di dipartimento, personale amministrativo e altre figure del personale universitario. Ma anche da parte di studenti.

È quanto accade all’università La Sapienza dove tredici segnalazioni sono arrivate in tutto il 2023 alla consigliera di fiducia, una figura introdotta dall’università per tutelare e raccogliere eventuali segnalazioni di molestie sessuali agli organi competenti.

I casi accertati

Le prime cinque, nel primo semestre 2023, riguardano molestie sessuali nel corso di tirocini in strutture convenzionate. Le situazioni sono state gestite interrompendo le convenzioni e, in un caso, segnalando i fatti alla direzione della struttura. Nel secondo semestre le segnalazioni sono state otto, di cui sei casi di molestie sessuali. In un caso si è trattato di una relazione tra colleghi. Il fenomeno è emerso nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nel quale è stata sentita la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni.

La Rettrice

"Ovviamente questo ha portato all’interruzione delle convenzioni - ha detto la rettrice della Sapienza Università di Roma durante l’audizione nell’Aula del IV piano di Palazzo San Macuto - Nel secondo semestre - ci sono state 8 attivazioni: 6 casi di molestie, di queste 5 avvenute in una relazione di potere docente o ricercatore verso studentesse o dottorande e 1 in una relazione tra colleghi".

La ricognizione

A fine 2022, l’università La Sapienza ha effettuato una ricognizione sul benessere organizzativo che aveva come destinatario il personale docente e non docente dell’Ateneo. L’attività aveva come obiettivo quello di rilevare le percezioni del personale Sapienza riguardo agli aspetti connessi al contesto organizzativo, alla qualità delle relazioni interpersonali e alle attività svolte, ma anche alle loro ricadute su benessere e coinvolgimento al lavoro. Tra i vari aspetti trattati, la ricognizione ha rilevato anche la “percezione di discriminazioni”. In questo ambito in particolare, la netta maggioranza delle persone che ha risposto ha dichiarato di non sentirsi discriminata.