Sapienza, dipendente ottiene permesso retribuito per assistere il cane malato
Il caso dell'università romana segna un precedente unico in Italia
Due giorni di permesso retribuito per un “grave motivo famigliare e personale”. Il familiare è però il cane malato, bisognoso di un intervento veterinario urgente.
È la curiosa vicenda che ha visto protagonista una dipendente dell'Università La Sapienza, che aveva chiesto al proprio datore di lavoro, in un primo momento, il riconoscimento del permesso retribuito di due giorni di assenza senza ottenerlo. La donna, single e senza alternative, si è così rivolta alla Lav (Lega anti vivisezione) per un supporto tecnico-giuridico. Il discusso permesso è stato così ottenuto attraverso una sentenza della Cassazione, che stabiliva come la mancata cura di un animale configuri il reato di maltrattamenti. "Ora, con le dovute certificazioni medico-veterinarie, chi si troverà nella stessa situazione potrà citare questo importante precedente - ha dichiarato Giacomo Felicetti, presidente della Lav -. Un altro significativo passo in avanti che prende atto di come gli animali non tenuti a fini di lucro o di produzione sono a tutti gli effetti componenti della famiglia. È un altro passo avanti verso un'organica riforma del Codice Civile che speriamo il prossimo Governo e il prossimo Parlamento avranno il coraggio di fare, approvando la nostra proposta di Legge ferma dal 2008".