Roma
Scandalo rifiuti: l'imbarazzo di Lombardi, le accuse della Lega a Zingaretti
Il neoassessore alla Transizione ecologica: "Confido nella giustizia". Il Carroccio: "Il Governatore è responsabile"
Il nuovo scandalo rifiuti che investe la Regione Lazio provoca l'imbarazzo del neoassessore alla Transizione ecologica Lombardi, e contestualmente le accuse della Lega al Governatore Zingaretti che, dicono i salviniani alla Pisana, "non deve fare lo struzzo".
"Apprendiamo con sconcerto degli arresti legati alla gestione del ciclo dei rifiuti che coinvolgerebbero, tra gli altri, un dirigente della Regione Lazio. Confidiamo nella giustizia e nelle Autorità giudiziarie affinchè siano accertate e approfondite tutte le dinamiche e le eventuali ramificazioni di questa vicenda". Comincia con una reazione di prassi, la nota congiunta di Roberta Lombardi e Valentina Corrado, rispettivamente assessora alla Transizione ecologica e assessora al Turismo ed Enti locali della Regione Lazio in quota M5s. Entrambe appena entrate nella giunta Zingaretti rispetto alla quale erano all'opposizione, si trovano subito a fare i conti con una vicenda spiacevole, - culminata per ora negli arresti domiciliari nei confronti di Flaminia Tosini, dirigente della Regione Lazio, e di Valter Lozza, amministratore di due società chi operano nel settore dello smaltimento rifiuti - che tocca rufiuti e ambiente, argomenti caldi per i grillini.
"Purtroppo non è la prima volta che nel Lazio, e nelle altre regioni d'Italia, la gestione dei rifiuti presenta delle zone d'ombra in cui sembrerebbe caratterizzarsi non come un servizio pubblico per i territori e i cittadini ma come un business in favore di interessi particolaristici a detrimento della collettività e dell'ambiente", continuano. Poi la solita utopia, quella di trattare i rifiuti non con gli impianti ma con gli slogan: "Oltre al rispetto delle regole, ai controlli e agli strumenti messi in campo dalle Autorità competenti, il miglior antidoto contro queste disfunzioni croniche del settore è capovolgerne a monte il paradigma di gestione, passando dall'attuale sistema basato sulla produzione e movimentazione dei rifiuti a un nuovo modello, basato innanzitutto sulla riduzione dei rifiuti e sull'economia circolare. Un processo di riconversione in cui sarà fondamentale il contributo degli Enti locali del Lazio ai fini di incentivare una maggiore partecipazione, responsabilizzazione e trasparenza", sostengono.
Ma nel frattempo l'opposizione va all'attacco. Dice il gruppo della Lega in Consiglio regionale con una nota congiunta: ''Si sono continuate ad aumentare le volumetrie senza senso nel Lazio, a partire dai casi della Sep di Pontinia e della discarica sull'Ardeatina a Roma nonostante l'inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia con il serio rischio di inquinamento delle falde acquifere. Potremmo continuare sul sistema fallimentare dei rifiuti, su cui la Regione Lazio non intende né valorizzare il rifiuto, ad esempio utilizzando i termovalorizzatori di ultima generazione, né risolvere l'emergenza con la realizzazione di impianti pubblici, anzi ha chiuso quelli di Lazio Ambiente malgrado i milioni di euro buttati per il revamping. Il presidente Nicola Zingaretti - prosegue la nota - era a conoscenza di questo scempio e, oltre ad non aver ascoltato l'opposizione, dovrebbe dare forse qualche risposta ai contribuenti del Lazio, le cui scelte, insieme a quelle del sindaco Virginia Raggi, pesano come un macigno nei portafogli. Con buona pace dei grillini zingarettiani dell'ultima ora e del plauso dell'assessore Enrica Onorati al Dirigente regionale finito ai domiciliari sull'ambiente''. La maledizione della monnezza, a Roma e nel Lazio, continua da lustri. Talvolta sfociando persino nel giudiziario, di norma restando in una dannosa malagestione.