Roma
Sciopero piscine, Centro Sportivo Italiano: "Impianti a rischio chiusura"
I gestori protestano contro il caro bollette e le norme Covid-19 che hanno messo in crisi il settore
I gestori delle piscine, sostenuti dal Centro Sportivo Italiano, protestano contro il caro bolletta e le norme covid-19 che stanno portando alla chiusura di molti impianti. Il 6 febbraio è indetto uno sciopero su tutto il territorio italiano per chiedere al Governo risposte concrete.
Il caro bollette si abbatte sui gestori delle piscine già in crisi dopo due anni di chiusure e restrizioni causa covid-19. Per questo la categoria ha indetto uno sciopero per domenica 6 febbraio.
Il Centro Sportivo Italiano: "Chiediamo al Governo provvedimenti concreti"
Il Presidente del Centro Sportivo Italiano Vittorio Bosio è intervenuto sulla questione: "Serve urgentemente un tavolo di regia con le istituzioni e sollecitiamo il Governo ad assumere al più presto provvedimenti concreti, onde evitare l’inevitabile chiusura di tanti poli natatori in Italia. Siamo molto vicini al mondo delle società sportive; negli ultimi due anni, il mondo dello sport italiano è stato tra i settori più fortemente colpiti dalle comprensibili restrizioni conseguenti alla pandemia; a fronte di questo, non sempre l’azione del Governo è stata concretamente incisiva per la vita delle associazioni e società sportive dilettantistiche, ma anche degli stessi Enti di Promozione Sportiva, spesso con ristori economici che non tenevano in conto delle importanti e proporzionali differenze tra le varie realtà sportive, creando evidenti sperequazioni nella distribuzione dei sostegni pubblici".
CSI: "Le piscine fra gli impianti più colpiti"
Il Presidente del CSI ha aggiunto: "Di questa situazione ne hanno sofferto in particolare gli impianti natatori, rimasti completamente chiusi per oltre 10 mesi e riaperti a capienza comprensibilmente ridotta, ai quali ora stanno arrivando le prime bollette “pazze”, con rincari di luce e gas, di cui questi impianti sono grossi utilizzatori per la loro stessa natura, tali da rendere assolutamente insostenibile la situazione. Sono così a rischio di chiusura definitiva moltissimi impianti natatori e con essi va in crisi un intero settore sportivo sia agonistico che dilettantistico, esponendo a rischio decine di migliaia di lavoratori del settore, ma anche un fondamentale servizio di utilità sociale per i cittadini del territorio ed un patrimonio immobiliare pubblico e privato di importanza strategica".