Roma
Scuola, "Niente minigonne sennò ai prof cade l'occhio": rivolta al Socrate
Nel liceo alla Garbatella scoppia la rivolta delle studentesse dopo il veto imposto dalla vicepreside. Il ministro Azzolina chiede approfondimenti
“Ai professori cade l'occhio, non venite in minigonna a scuola”: scoppia la rivolta delle studentesse al liceo Socrate alla Garbatella dopo che la vicepreside dell'istituto ha invitato le alunne a non presentarsi in classe con le gambe troppo scoperte così da non aizzare le “fantasie” dei docenti maschi.
La frase, secondo quanto riportato da alcuni studenti, sarebbe stata pronunciata il primo giorno di scuola che sarebbe cominciato con gli studenti seduti sulle sedie ma senza banchi durante le lezioni, per consentire di mantenere il distanziamento secondo le disposizioni Covid, in attesa dell'arrivo di quelli monoposto. Nell'istituto è partita così la ribellione con alcune studentesse sono arrivate con mascherina e gonna diffondendo il loro messaggio su un cartellone: “Non è colpa nostra se gli cade l'occhio!”.
Il ministero dell'Istruzione, tramite l'Ufficio scolastico regionale del Lazio, ha chiesto un approfondimento per appurare se ci sia stato un invito da parte della vicepreside alle studentesse a non indossare abiti troppo corti. Secondo quanto viene riferito, la scuola dovrà fornire una relazione alla ministra Lucia Azzolina per spiegare la dinamica dei fatti.
Il preside del Socrate: "Caso minigonne? Farò accertamenti"
Carlo Firmani, preside del liceo Socrate, in un comunicato spiega di essere ancora in attesa della lettera di denuncia delle studentesse e poi di essere pronto a fare tutti gli accertamenti del caso. "In riferimento alle presunte parole 'dall’apparente tono discriminatorio della vicepreside', che avrebbe detto 'ad alcune studentesse' che il loro modo di vestire 'era provocante' e che 'a qualche professore poteva cadere l’occhio' si fa presente che allo scrivente Dirigente scolastico non era e non è tuttora pervenuto alcun riscontro fattuale o documentale e resta in attesa di ricevere la preannunciata lettera delle studentesse citata nell’articolo stesso per poter procedere, una volta chiarita l’identità delle persone coinvolte nel presunto episodio, nel rispetto dovuto a tutti, agli accertamenti del caso".