Roma

Scuole materne nel caos: il Comune di Roma va a caccia di “maestre per caso”

Nelle materne del VII Muncipio mancano anche le maestre supplenti. Basta un titolo, un modulo e il Comune le spedisce in classe

di Marina Spada

Scuole, materne senza maestre e senza neanche le supplenti

E' allarme per la mancanza di maestre nelle scuole materne, almeno nel VII Municipio dove il Comune ha trovato una soluzione geniale: far diventare maestra in appena un giorno chiunque abbia un titolo scolastico valido, saltando a piè pari tutte le graduatorie.

La selezione del personale al quale affidare i bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni, è così casuale. Una cronista di Affaritaliani.it si è finta in cerca di lavoro, e ha scoperto come la selezione delle maestre per gli asili sia del tutto casuale e come il Comune, in accordo con gli Uffici Scolastici abbia deciso di affrontare l'emergenza, creando un sistema perverso nel quale esperienza e competenza sono criteri assolutamente bypassati.

Sono le 10 del mattino del 19 febbraio. La cronista “armata” di registratore telefona all'Ufficio Scuola del Municipio VII Appio-Tuscolano e chiede come si fa a diventare maestra d'asilo. Risponde un'impiegata gentilissima: “Cara signora, ha un titolo di studio adeguato? Un diploma di maestra d’asilo? Ha fatto mai supplenze, magari in privato? Bene, se ha questi requisiti si rechi in un comprensorio scolastico e ritiri il modulo Mad (messa a disposizione), poi lo compili e venga da noi nei due giorni di ricevimento settimanale con una fotocopia del suo documento d'identità, il codice fiscale e l'iban e noi le diamo subito il badge per lavorare”.

Come subito il badge? Significa che lavoro da subito?

“Sì almeno sino alla fine dell'anno scolastico a giugno. Si viene pagati e si lavora tutti i giorni”.

Il trucco per trasformare un disoccupato o un lavoratore part time con un titolo di studio idoneo in maestra è presto svelato: il Comune di Roma una volta a corto di supplenti per le scuole materne dovrebbe andare a pescare nelle graduatorie aperte delle scuole elementari. A sentire il Municipio sembra però che tutte le maestre d’asilo, del comune di Roma, abbiano già un posto fisso e sicuro ed allora tutte le graduatorie sono, ad oggi, esaurite. Ecco allora l’idea: in quattro e quattr’otto inseriscono in una ipotetica graduatoria di un istituto comprensivo con la semplice compilazione di un modello Mad (messa a disposizione) “Che non è però una vera graduatoria, perché questa non è una cosa ufficiale”, spiegano dall’ufficio, e da quel momento, aggiungono “Sei operativa, basterà soltanto che passi nel nostro ufficio per compilare un modello anagrafico” e sei già in classe ad educare bambini che hanno una fascia di età compresa tra i 3 e i 6 anni.

Questa strana porta d’ingresso al mondo del lavoro in pratica permette a chiunque di entrare a pieno diritto nella delicatissima professione dell’insegnamento ai più piccoli, anche se poi, per dovere di cronaca bisogna aggiungere, non ti dà alcuna possibilità di accumulare punteggio o diritti per un futuro lavoro di ruolo. Quello è riservata soltanto a chi i titoli li ha davvero. Quindi da una parte i bimbi rischiamo di essere affidati ad un personale impreparato e inaffidabile, dall’altro lato però le lavoratrici/lavoratori sono “maestre” solo fino a quando il Comune di Roma le vede come tali, poi tornano nell’obblio.

La cronista non si accontenta e insiste coln l'Ufficio del Personale per chiedere se la procedura è regolare: “Tutto regolare – rispondono dall'altro capo del telefono - le garantisco che fino a giugno lavorerà tutti i giorni, quattro ore e mezza o sei ore”.

La chiusura della telefonata è da manuale della disordina burocrazia. Non un accenno ad esperienze, ad eventuali carichi pendenti o denunce penali: “Cara signora, non so dirle quanto può durare questa emergenza perché il bando potrebbe uscire tra un anno, tra due o tra tre, chi lo sa?”.

Nel frattempo i bimbi del VII municipio restano in mano a “maestre di strada”. Tutto ben organizzato per rispondere ad un'emergenza secondo il criterio della casualità.