Roma
Se il Pci avesse vinto le elezioni del 1976. I segreti su Aldo Moro
Le preoccupazioni d'oltreoceano rilette attraverso i dispacci
di Patrizio J. Macci
Moro, il Pci e un'ipotetica vittoria alle elezioni del 1976. Un "saggio ucronico" questo è il volume di Andrea Ambrogetti "Aldo Moro e gli americani" delle Edizioni Studium. Considerando che la produzione editoriale sul "Caso Moro" ha abbondantemente superato la quota trecento volumi, l'autore è riuscito a comporre un testo originale che copre un argomento del quale fino ad oggi si è parlato producendo un gigantesco rumore di fondo al quale spesso non corrisponde una conoscenza dei documenti. Ambrogetti parte da un quesito molto semplice, una domanda fondamentale per chi vuole orientarsi nel mare magnum della materia attingendo a documenti di prima mano a partire dalla pubblicistica.
"Cosa sarebbe accaduto se il 20 giugno 1976 il Partito comunista italiano avesse vinto le elezioni, quali ministeri avrebbero occupato, quali gangli del potere sarebbero stati sotto il suo controllo?"
Le fonti ora disponibili aprono qualche squarcio sulle preoccupazioni – a tratti frenetiche – vissute a Washington e nelle principali capitali europee ma offrono anche qualche spunto di riflessione più ampio sui margini di manovra entro i quali l’Italia poteva agire nel contesto della guerra fredda e sulla visione di lungo respiro che muoveva personalità come Aldo Moro ed Enrico Berlinguer. Senza confinarsi nelle categorie di interferenza o di sovranità limitata sembra oggi possibile approfondire con quali modalità la versione rigida e bipolare della contrapposizione in due blocchi ha ostacolato il superamento della “democrazia incompiuta” in Italia. Il volume non è un libro per specialisti pur offrendo molteplici piani di lettura, ma offre un panorama dettagliato e un quadro di riferimento degli eventi precedenti il sequestro e l'uccisione del Presidente della Democrazia Cristiana mettendo ordine in una serie di fatti che fanno riferimento a una miriade di fonti: dispacci di ambasciate, volumi di memorie di segretari di stato, appunti di funzionari governativi; l'autore oltre a elencare la provenienza di tutte le fonti iscritte nel perimetro della sua ricerca, fornisce anche un metodo per chi volesse approfondire e sviluppare le ricerche quando altri documenti, ora coperti dal Segreto di Stato e non consultabili, saranno messi a disposizione degli studiosi e dei ricercatori. Il quadro che ne scaturisce lascia molto poco all'immaginazione e mette sotto la giusta luce un momento storico fondamentale nella storia del nostro Paese, una partita a scacchi che conoscerà una conclusione tragica.