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Roma
Se vincono i 5 Stelle per Acea sono guai. Acqua pubblica, dichiarazione di guerra

Il Movimento 5 Stelle contro Acea SpA: uno scontro che si accende in vista delle elezioni comunali del prossimo giungo e che vederà il ritorno del tema dell'acqua al centro del programma di governo di Roma. Il preludio di una vera e propria fiammata è stata data dal piano della multiutility di piazzale ostiense che il 23 dicembre scorso ha pubblicato l'istanza di fusione tra Acea Ato2, gestore del servizio idrico della provincia di Roma, con Acea Ato5, gestore della provincia di Frosinone. L'obiettivo, secondo i pentastellati, quello di "accaparrarsi l'affare milionario della gestione del servizio idrico nel centro-sud Italia, con la complicità silente delle istituzioni, Regione e città metropolitana in primis, che invece dovrebbero rispettare la volontà popolare che ha detto chiaramento no alla gestione privata dell'acqua".

Secondo il Movimento 5 Stelle infatti gli oltre 200 Enti Locali interessati dalla mossa di Acea non sarebbero stati informati dal gestore privato che, avrebbe così scavalcato il referendum popolare che aveva stabilità la proprietà pubblica delle risorse idriche. Entro 30 giorni di tempo, cioè entro il 22 gennaio, la proposta di fusione sarà considerata accettata per "silenzio assenso" degli enti interessati.

"Quindi chi non ha informato i sindaci, cioè la Segreteria Tecnico Operativa dell'Ato 2 e la Città metropolitana di Roma nella persona del Vicesindaco Mauro Alessandri, ha compiuto una scelta chiara: un silenzio tutto a favore di Acea SpA" scrive il Coordinamento Romano Acqua Pubblica spalleggiato dall'ex consigliere pentastellato Marcello De Vito che ha dato spazio alla protesta sulla sua pagina social - Questa proposta di fusione contrasta apertamente con le battaglie che comitati, cittadini e Enti Locali, a partire dal referendum sull'acqua pubblica, hanno intrapreso in questi anni".

La legge regionale 5/2014 sulla ripubblicizzazione del servizio idrico nel Lazio va in direzione opposta alle grandi fusioni, "Una legge sulla cui applicazione - denunciano - la giunta regionale è gravemente inadempiente, non avendo ancora portato in discussione la proposta sulla ridefinizione degli ambiti di bacino. Anche in questo caso un immobilismo non neutrale, tutto a beneficio di Acea SpA che controlla già i gestori della Toscana e dell'Umbria e oltre alla fusione di ACEA ATO 2 ed ACEA ATO 5, vuole acquistare Acqualatina e punta ad assumere la gestione dell'ATO 1 di Viterbo".

Dalla Pisana è Silvia Blasi, consigliera del M5S Lazio, a suonare i tamburi di guerra: "Se si realizzasse anche questa fusione ci troveremmo davanti a un monopolista, ovvero l’esatto contrario di quanto auspicato dalla legge 5. La regione dovrebbe intervenire prima della scadenza, difendendo la legge approvata dal consiglio, ma finora si è dimostrata assolutamente immobile sul tema, come dimostrato dai continui rinvii nella discussione la proposta sulla ridefinizione degli ambiti di bacino. La Giunta e il PD laziale devono essere chiari, spiegando se il loro obiettivo è affidare tutto in gestione ad Acea o rispettare la volontà popolare, centinaia di migliaia di cittadini, attivisti e membri dei comitati per l’acqua pubblica aspettano una risposta diversa da quella che la cronaca sta formulando, nell’indifferenza di Zingaretti e degli assessori.”

La chiusura della lettera aperta fa intravvedere il futuro di una consiliatura capitolina a marchio 5 stelle, con l'appello ai sindaci alla rivolta.

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