Roma
Sette anni di crisi, i poveri raddoppiano. La Caritas: "Social card non basta"
Il numero di persone in povertà assoluta è più che raddoppiato in 7 anni, passando da 1,8 milioni del 2007 a 4,1 milioni del 2014. E' quanto emerge dal secondo Rapporto Caritas sulle politiche contro la povertà in Italia, presentato Roma. Confrontando il 2014 con il 2007, ultimo anno prima dell'inizio della crisi, si osserva che il numero delle persone in povertà assoluta è salito dal 3,1% al 6,8% del totale, anche se i più recenti dati Istat segnalano che la povertà ha smesso di crescere: per la prima volta dal 2007, infatti, nel 2014 la percentuale di persone colpite (il 6,8% del totale) si è stabilizzata rispetto al 2013, in cui era il 7,3%.
Non solo, dal 2008 al 2015 i fondi nazionali destinati alle politiche sociali sono scesi da quasi 3,2 miliardi di euro a poco piu' di 1,2 miliardi, e la distribuzione della spesa pubblica è decisamente sfavorevole ai poveri: l'Italia ha una percentuale di stanziamenti dedicati alla lotta alla poverta' inferiore alla media dei paesi dell'area euro, lo 0,1% rispetto allo 0,5% del Pil, l'80% in meno. Inoltre, la gran parte dei finanziamenti pubblici disponibili è dedicata a prestazioni monetarie nazionali mentre i servizi alla persona, di titolarità dei Comuni che poi coinvolgono anche il terzo settore, sono sottofinanziati: nel 2012 i municipi della penisola hanno spesa in media 15 euro a persona per gli interventi sulla povertà, solo 6 euro al sud.
L'Italia è l'unico paese europeo, insieme alla Grecia, privo di una misura nazionale come il reddito minimo, mirata a sostenere l'intera popolazione in povertà assoluta. E di fronte a una povertà diffusa il welfare pubblico nazionale è ancora del tutto inadeguato, con un sistema di interventi sottodimensionato per volume di risorse economiche.
Insoma, durante la crisi in termini strutturali non è cambiato nulla - segnala la Caritas - poichè nel periodo 2007-2014 non sono state introdotte novità degne di nota, ulteriormente indebolite dalle politiche di austerità rivolte ai Comuni che li hanno portati a contrarre la loro spesa sociale già molto scarsa; anche la Social Card, attiva dal 2008, non ha modificato in misura significativa il quadro delineato, data l'esiguità tanto degli importi previsti quanto del numero di poveri raggiunti.
Anche il pacchetto di riduzione delle tasse annunciato per il prossimo triennio dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, avrà una ricaduta poco significativa sulle famiglie indigenti, dato che la maggior parte di chi vive in povertà assoluta non ha disponibilità economica sufficiente per pagarle, oppure deve pagarne assai poche.