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Roma
Sfiducia a Zingaretti: Forza Italia va in pezzi. Tutti contro Fazzone

Tutti contro tutti alla Regione Lazio. La mozione di sfiducia contro Nicola Zingaretti, invece di cementare le opposizioni, spacca il centrodestra, con scambi di accuse tra Stefano Parisi, Giuseppe Simeone e l'ex forzista Armando Cusani.

 

Un botta e risposta a distanza al veleno quello interno al centrodestra, sempre più diviso in vista della mozione di sfiducia contro il rivale Zingaretti, in programma sabato 1 dicembre. Il "dietrofront" del coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone, che aveva chiesto di ritirare la mozione una volta accertata l'impossibilità di vincere, aveva infatti scatenato già nei giorni passati reazioni perplesse all'interno dello stesso fronte. Ultimo ma non ultimo l'alleato Stefano Parisi, leader di Energie per l'Italia  nonché sfidante di Zingaretti nelle elzioni del 4 marzo, che allo scenario di astensione dal voto ha risposto con velate ma taglienti accuse nei confronti di Forza Italia: "C'è un pezzo di Forza Italia a Latina che fa gli accordi col Pd, niente di male, io dico soltanto: basta con l'ambiguità - ha dichiarato dai microfoni di Radio Cusano Campus - Il centrodestra nel Lazio, ma non solo, è molto confuso in questa fase per la predominanza di Salvini e per l'incapacità di Forza Italia di ricostruire una sua identità, tutto quella che va nell direzione di fare chiarezza aiuta".

Un'uscita piuttosto dura sugli alleati alla Regione, che ha provocato la reazione furiosa di Giuseppe Simeone. Assessore alla sanità del mini-governo Zingaretti, Simeone ha infatti accusato Parisi di aver fatto perdere le recenti elezioni al centrodestra, ricordando piccato come non si sia mai fatto a vedere a Latina, "comunità di cui oggi si erge a paladino". Toni molto ruvidi quelli riservati all'amico-nemico Parisi, che ha ammonito così: "Non accettiamo lezioni da nessuno -Noi domani voteremo la sfiducia a viso aperto e con coerenza come sempre fatto in ogni situazione senza accettare lezioncine da chi cerca solo di smazzare le carte”.

Una difesa a spada tratta di un compagno del proprio coordinatore di partito, che, inevitabilmente, ha acceso ancor di più le polemiche, con la risposta di Armando Cusani. Ex forzista ed attualmente componente di Energie per l'Italia, nonché sindaco di Sperlonga, Cusani si è infatti schierato al fianco di Parisi, non risparmiando Simeone o Fazzone, ma, anzi, accusando quest'ultimo di non amare i confronti: "La sua tesi è che la sfiducia non si fa in Consiglio, che è il luogo democratico deputato per farla, ma in una stanza segreta", dichiara Cusani. E poi ancora insinuazioni su rapporti ambigui con i Dem della Regione: "che sostenga Zingaretti e sia in maggioranza non è una novità - prosegue - del resto la Presidenza alla Commissione Sanità del suo fido Simeone ne è la prova chiara e gli accordi politici sulla Presidenza della Provincia di Latina e su Acqualatina, tra lui e il PD sono noti".

Infine l'affondo: "Fazzone è coordinatore regionale di sé stesso e di Simeone. D’altronde, come lui stesso afferma, nessuno lo ha informato e coinvolto nella mozione di sfiducia. In ultimo, il suo intervento è la dimostrazione della chiara preoccupazione di chi non vuole perdere una delle ultime posizioni politiche che sono rimaste ad un movimento in via di estinzione".

Il primo cittadino di Sperlonga ne ha per tutti, e, dopo aver ricordato l'apporto di Parisi al centrodestra nelle elezioni del 4 marzo, torna all'attacco, questa volta cambiando obiettivo: "Ricordiamo bene anche chi è Simeone: portavoce e fido scudiero di Claudio Fazzone, nonché esecutore degli accordi con il Partito Democratico. È colui che in campagna elettorale ha puntato più alle preferenze personali che al sostegno del candidato Presidente. È Presidente della Commissione Sanità in Regione, dove tra l’altro ci chiediamo cosa stia facendo per uno dei temi cruciali di questa regione - continua Cusani - Il suo appoggio alla maggioranza, in questo ruolo, è sotto gli occhi di tutti e dunque comprendiamo le sue ragioni personali, ma a questo punto avrebbe potuto sostenere apertamente Zingaretti alle elezioni. Dopotutto, che Forza Italia fosse una lista integrativa del Pd era chiaro, come ha dimostrato il passaggio di Cangemi in maggioranza".

"Tirate le somme Simeone può stare sereno - conclude Cusani - non perderà la Presidenza della Commissione Sanità. Se ci fosse questo rischio Forza Italia non voterebbe mai la sfiducia."

 

 

 

 

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