Roma
Sfregia l'innamorata dopo un anno di minacce. E' clandestino
Si sono conosciuti nella sala d’attesa dello studio di un professionista al quale si erano rivolti autonomamente. Dopo aver scambiato qualche parola, anche per ingannare il tempo, i due hanno simpatizzato e si sono scambiati il numero di telefono. Da quel giorno per la donna è iniziato un vero è proprio “calvario”. L’uomo infatti ha iniziato a tempestarla di messaggi per convincerla ad uscire con lui e, al rifiuto di lei, è diventato sempre più aggressivo.
Messaggi intimidatori, anche di morte, a tutte le ore del giorno e della notte erano diventati ormai una costante. Giovedì pomeriggio l’epilogo quando lo straniero dalle minacce è passato ai fatti. Conoscendo le abitudini della donna, l’ha attesa nel tratto di strada che da Porta Maggiore arriva in Circonvallazione Casilina, l’ha seguita per qualche metro e poi l’ha aggredita dandole una testata in pieno volto. Non pago del gesto, ha estratto una lametta dalla tasca e le ha sfregiato il viso procurandole dei vistosi tagli e un danno permanente. Prima di andarsene ha colpito anche il figlio minore della vittima con un pugno ed è scappato.
A seguito delle percosse ricevute, madre e figlio sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato che hanno ascoltato la donna. Dopo la denuncia sporta negli uffici del Commissariato di Porta Maggiore, i poliziotti si sono messi subito alla ricerca dello “Stalker”, che da un primo accertamento è risultato essere un cittadino straniero, senza una fissa dimora e per giunta clandestino. Due giorni dopo il “fattaccio” un altro brutto episodio ha sconvolto la serenità della vittima che si è vista distruggere la casa da un incendio divampato per cause ancora tutte da accertare. Nella serata di ieri lo straniero è stato rintracciato dagli agenti nella zona di Tor Cervara.
Identificato per K.O., con precedenti di polizia a carico, l’uomo è stato accompagnato in ufficio e, al termine degli accertamenti condotto in carcere. Messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria è in attesa di essere processato.