Roma

Sgarbi sindaco di Roma, il piano: in squadra gli ex assessori della Raggi

Il critico d'arte, parlamentare e sindaco di Sutri dà il via alla campagna elettorale: “Raggi un'inetta. Centrodestra converga su di me o si va alle primarie”

di Serena Lazzarotto

Il debutto di Vittorio Sgarbi nella corsa a sindaco di Roma è un delirio di curiosi, tra le proteste dei passanti per l'assembramento. Prima della Capitale c'è però l'immunologo Burioni e la soddisfazione del critico per l'archiviazione della denuncia contro di lui: “Solo libertà di parola”, e la querelle è seppellita.

Lo slogan del critico è come una lunga marcia di liberazione che dovrebbe concludersi a maggio: “Vota Sgarbi prima che sia troppo tardi”. Il resto è un film più o meno già visto con due cardini principali: attacchi violenti a Raggi e al raggismo che “ha ridotto Roma ad un gigantesco fast food”; e Roma come Capitale della Cultura, Roma Capitale dell’Occidente, Roma cristiana e Roma Capitale d’Europa.

Contro il raggismo, Sgarbi sceglie la strada del coltello affilato da infilare nel costato e annuncia la sua squadra composta dagli assessori che per primi hanno creduto in Virginia e che poi sono stati accompagnati alla porta. Quindi gli ex Marcello Minenna, Carla Romana Rainieri, Paolo Berdini e Massimo Colomban, ex giunta quasi al completo, epurata perché troppo “pensante”.

Il futuro candidato sindaco con la propria lista “Rinascimento” ricorda quali personaggi illustri siano stati a capo dell’amministrazione della Capitale, da Ernesto Nathan fino a Giulio Gallo Argan di cui lui stesso si riconosce come paradigma: “Roma è il Vaticano, Roma sono i Musei Vaticani che fanno numeri non inferiori a quelli di Parigi, Roma sono i musei di Villa Borghese, Villa Torlonia. Roma con tutto il patrimonio artistico e culturale che possiede deve trovarsi al primo posto, in qualità di prima città d’arte del mondo e la prima civiltà che insieme a Firenze ha avuto come sede la nascita del Rinascimento”.

E ancora Sgarbi si scaglia contro la Raggi che, piuttosto di valorizzare e portare Roma “al suo splendore d’origine, che le spetta di diritto, ha pensato di trasformarla in uno pseudomodello americano stile Coca Cola e Fast Food con la proposta della costruzione di 3 grattacieli al quale fortunatamente Grillo si è opposto, e ha puntato su un progetto quale la costruzione del nuovo stadio che si commenta da sé”.

Scontato il mancato appoggio del Pd, “frantumato in Calenda e Renzi”, arriva il messaggio al centrodestra: “O converge su di me, oppure si va alle primarie”.

Il resto è vota Sgarbi prima che sia troppo tardi.