Roma
Si litiga per tacchi a spillo e ululati. "Rumori da pazzi", esplode il condominio
In condominio la lite fa sempre più rumore. Un monitoraggio dell'ANAMMI, L'Associazione Nazional-europea degli AMMinistratori d'Immobili, rileva che le cosiddette “immissioni”, derivanti da rumori provenienti da altri appartamenti, costituiscono ormai la prima causa di litigiosità condominiale in Italia.
Per l'Associazione questa tipologia di lite è particolarmente difficile da gestire. Questo perché, spiega Giuseppe Bica, presidente dell'ANAMMI, “i contrasti scoppiano quando la pazienza è ormai ai limiti. Si tratta spesso di rumori ripetuti tutti i giorni, in orari impossibili, che causano stress a chi vive in prima persona il problema”.
L'ANAMMI ha stilato una piccola classifica delle dispute da rumore che movimentano la vita condominiale in Italia, analizzando le 21mila richieste di consulenza che arrivano ogni mese dai suoi 13mila iscritti. Delle 9450 segnalazioni sulle liti condominiali, circa 3mila sono causate dalle immissioni di rumori. Questi i motivi principali alla base delle diatribe causate da decibel troppo alti e suoni sgraditi. Il ticchettio di tacchi, soprattutto femminili, non conosce rivali. A tutt'oggi, si conferma la causa principale delle dispute sui rumori, pari a circa il 25% delle segnalazioni che giungono in ANAMMI.
A pari merito (750 casi) troviamo l'abbaiare dei cani. Nonostante la riforma del condominio (Legge 220 del 2012), ammetta gli animali in condominio, il disturbo causato dall'ululato degli amici a quattro zampe o, peggio ancora, dal pianto dell'animale lasciato solo per ore, è una delle liti che, più di frequente, sfocia in denunce e cause giudiziarie. “Questo perché – stigmatizza il presidente dell'ANAMMI – l'appartamento in città si rivela una prigione per il cane di casa, che sopporta male la solitudine”.
A seguire si collocano il suono della lavatrice (18%) in orari di riposo, anche a causa delle tariffe “low cost” che inducono al bucato “in notturna” e nei giorni festivi.
In tempi multimediali, non poteva mancare la televisione troppo alta (16%). Negli ultimi anni, la programmazione a tarda ora ed all'inizio della giornata, unito all'aumentare della popolazione anziana, ha sicuramente incrementato il numero di queste discussioni in condominio.
I giochi dei bambini, anche quando sono in ambito domestico, sono spesso poco tollerati e riguardano il 10% della litigiosità da rumore. ”Accanto agli immancabili 'Giamburrasca' – chiosa Bica – purtroppo, si registra una tendenza a tollerare sempre meno i giochi infantili”.
Secondo l’articolo 844 del Codice Civile, “l’immissione non può essere impedita a meno che non superi la normale tollerabilità, rilevata nel contesto di riferimento”. Tuttavia non è facile definire i parametri di ciò che è tollerabile ciò che non lo è. “Ecco perché, ai professionisti associati e ai condòmini – spiega il leader dell'ANAMMI - consigliamo sempre di evitare la citazione per danni non soltanto per motivi finanziari, ma perché il comportamento illecito, nel frattempo, si perpetua”.
Inoltre, le statistiche dimostrano che la metà delle cause condominiali si conclude con un rigetto. “Meglio trovare una soluzione amichevole e cercare di essere tolleranti – avverte il presidente Bica – in questo, le capacità negoziali dell’amministratore sono fondamentali. La soluzione ideale, infatti, consiste nel sanare la situazione in fase iniziale, quando ancora la lite non è giunta al parossismo”.