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Roma
Siamo strani, famolo strano: a Roma il Queer Summer Festival, risposta gender
Queer Summer Festival

Karma B e Margò Paciotti, due vere Queer, aprono il 31 agosto  la prima edizione del Queer Summer Festival. Il progetto, promosso da Roma Capitale - Assessorato alla Cultura, è vincitore dell'Avviso Pubblico biennale "Estate Romana 2023-2024" curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

“Humanities” è il sottotitolo scelto dalla direzione artistica di Karma B e Margò Paciotti, alla guida del festival biennale di performing art e arti queer. Nei teatri, in spazi culturali cittadini (OpenAir, Largo Venue, Centrale Preneste Teatro, Monk Roma, Bar.Lina) e online, prenderà vita il nuovo festival a cura di Ondadurto Teatro, dal respiro internazionale e con un forte radicamento sul territorio. 

La manifestazione prende vita dei Municipi

Una manifestazione che avrà luogo in diversi Municipi di Roma Capitale, con il proposito e l’ambizione di essere un polo di condivisione per un pubblico vasto e più curioso possibile, attraverso diversi linguaggi, tra cui performing arts, musica, talk, installazioni e arte contemporanea. Una varietà di linguaggi artistici che amplificheranno le fasce di utenti, ma senza implicare un’azione spesso ripetuta, come quella di “ammiccare ad un pubblico compiaciuto”.

Il Queer Summer Festival è destinato a modificare il paesaggio culturale con i suoi luminosi colori, le sue luci e anche le sue ombre. Lo spettacolo apre al crepuscolo e vive di notte, proprio nel momento dei sogni. L’evento è uno spazio di auto-narrazione per le culture QUEER e la non discriminazione di genere. Un luogo in cui artistə provenienti da mondi diversi trovano uno spazio privilegiato. Uno spazio non donato bensì conquistato. 

Dall'arte una nuova visione del mondo

Il Queer Summer Festival ha come missione quella di sostenere artistə e creatività  di ogni età, genere e provenienza, permettendo loro di trovarsi in un luogo dove formare insieme una nuova visione del mondo, che passa attraverso una responsabilità artistica e etica sul futuro. Per questo esiste chi ancora lotta per creare spazi di visibilità e autorappresentazione. “Non abbiamo bisogno di qualcuno che racconti per noi le nostre sensazioni e le nostre emozioni” – spiega la direzione artistica – “Abbiamo bisogno di creare noi, donne, uomini, persone transgender e non binarie i nostri spazi d’arte. Noi abbiamo il compito di connetterci con un pubblico nuovo, bombardato di informazioni non corrette. Noi vogliamo creare uno spazio estivo di incontro artistico tra le nuove derive del Contemporaneo e le famiglie, in un momento, quello estivo, in cui ogni individuo possa in forma spensierata assaporare nuove emozioni”. 

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