Roma
Siccità a Roma, Codacons affonda nell'emergenza acqua: la montagna di esposti
La Procura di Roma annega tra migliaia di denunce
Ennesima class action annunciata dal coordinamento delle associazioni per la difesa dei diritti dei consumatori. Questa volta il presidente Carlo Rienzi se la prende con Acea che ha annunciato il razionamento dell'acqua per un milione e mezzo di romani. La Procura di Roma affonda tra le migliaia di esposti e Codacons contribuisce in questo pantano giudiziario con class action sui temi più disparati.
Prima è stata la volta delle strisce blu, quando a giugno si è ventilata la possibilità di aumenti di prezzi per i parcheggi. Con un comunicato stampa, Codacons ha annunciato che nel caso non fossero stati coinvolti i cittadini nella questione, avrebbe posto il proprio veto: “L’ amministrazione comunale deve consultare necessariamente il Codacons prima di varare qualsiasi regolamento sui parcheggi a pagamento. Qualsiasi aumento dovrà distinguere tra le varie aree della città e dovrà essere deciso sulla base di una valida istruttoria relativa alla reale esigenza dei rincari, prevedendo parcheggi gratuiti, che sono obbligatori per legge”, si leggeva.
Poi è arrivata la rivolta per il blocco dei nasoni: in piena crisi idrica Rienzi ha sottolineato come il divieto di bagnarsi nelle fontane storiche e la chiusura delle fontanelle potabili entrassero in conflitto: “I due provvedimenti sono in netta contrapposizione e, di fronte al rischio di malori o mancamenti dovuti al caldo, prevale lo stato di necessità e la tutela della salute che rendono non punibili le infrazioni” aveva commentato. Ovviamente Codacons non si è lasciato sfuggire l'eventuale problema dei rincari delle bottigliette d'acqua vendute ai turisti in un centro storico in cui non sarebbe stato più possibile dissetarsi ai nasoni.
Accantonato il problema dell'acqua – ma solo per una breve parentesi – c'è stato il processo di Mafia Capitale, che seppur mafia non era, ha escluso dal dibattito sia Codacons che la cittadinanza romana. E il presidente Rienzi non si è fatto mancare l'occasione per annunciare una nuova class action dei residenti per chiedere la rimozione dagli uffici capitolini di tutti i dipendenti collusi con il Mondo di Mezzo. A qualche ora dalla sentenza, è partito l'ennesimo comunicato Codacons: “Adesso Virginia Raggi, che fino ad oggi non ha fatto nulla per rinnovare se non solo in parte gli organici, non deve festeggiare alcunché, perché le conseguenze dei gravi reati commessi nell’ambito della vicenda Mafia Capitale vengono ancora oggi pagate dai cittadini romani, attraverso l’assenza di lavori per il rifacimento stradale, la mancanza di manutenzione del verde pubblico e gravi difficoltà nel comparto rifiuti”.
Nemmeno gli scioperi dei mezzi pubblici sono passati impunemente sotto gli occhi di Rienzi, che dopo aver dichiarato che non era legittimo bloccare la città più volte al mese, ha richiesto di poter controllare le buste paga dei dipendenti dell'Atac, per verificare che effettivamente venisse decurtata una parte dello stipendio per ogni sciopero in attivo, come previsto da legge.
A qualche giorno dalla data di partenza del grande razionamento idrico a Roma, poi, Codacons è tornato sull'argomento più amato degli ultimi mesi: l'acqua. E via di nuova class action, stavolta contro Acea, per opporsi al razionamento dell'acqua. Dopo un vertice tra Regione, azienda di distribuzione idrica e Campidoglio che ha registrato un nulla di fatto riguardo al piano B che salverebbe la città dal razionamento, Rienzi riparte in quarta: "Siamo pronti ad intentare una azione risarcitoria collettiva contro Regione, Comune e Acea, a favore di tutti i romani che saranno coinvolti nel razionamento dell'acqua - spiega Rienzi - Questo perché le famiglie pagano tariffe idriche per un servizio che deve essere garantito con continuità, e che è già soggetto a gravi inefficienze, sprechi e perdite di ogni tipo".
Non è la prima volta che Codacons punta il dito contro la gestione della rete idrica romana che si trova in condizioni pessime e determina la dispersione del 45% dell'acqua potabile in città. Certo l'idea di risolvere un'emergenza immediata attraverso lavori di mesi sulle tubature non sembra una strada percorribile, ma Codacons non sembra porsi questo problema.
Un'opposizione tutt'altro che silenziosa quella di Carlo Rienzi alla giunta grillina, che oltre a dover combattere giornalmente con gli antagonisti ufficiali in Campidoglio deve pensare anche a Codacons. Non a caso Rienzi si era candidato per la posizione di sindaco, ma nelle comunali ha avuto la meglio Virginia Raggi, che ora si trova con un nuovo nemico politico.