Roma
Siccità a Roma, Raggi fa ricorso al Tribunale delle Acque contro Zingaretti
Continua il braccio di ferro tra Campidoglio e Regione sulla crisi idrica
Emergenza acqua scongiurata forse per poco: Raggi risponde colpo su colpo a Zingaretti facendo appello al Tribunale delle Acque per non interrompere le captazioni di Bracciano a fine agosto. Il Comune non fa in tempo a riparare la rete idrica prima di settembre.
Più che la lotta dell'acqua sembra una lotta al veleno. Campidoglio e Regione Lazio non mollano l'osso e continuano il braccio di ferro iniziato a giugno per l'emergenza idrica. Mentre ancora il Governo attende per annunciare lo stato di calamità richiesto dal presidente Nicola Zingaretti, il sindaco fa la sua nuova mossa sulla scacchiera idrica. Il deputato del Pd ed ex sindaco di Anguillara Emiliano Minnucci ha annunciato pubblicamente che la Raggi ha fatto ricorso al Tribunale delle Acque contro l'ultimo decreto della Regione Lazio. Si parla della delibera che ha sbloccato lo stallo idrico a fine luglio, permettendo ad Acea di continuare a captare acqua dal lago di Bracciano per tutto agosto anche se in forma molto più ridotta che nelle settimane precedenti. La misura emergenziale era stata presentata come la manna dal cielo in grado di salvare i rubinetti di un milione e mezzo di romani che dopo un primo decreto, sempre della Regione Lazio, rischiavano di rimanere a secco. Zingaretti ci aveva pensato bene e prima aveva proclamato uno stop netto e definitivo per i prelievi dal lago a partire dalla mezzanotte del 31 luglio, poi aveva concesso un po' di corda al Comune di Roma, ricordando sempre le responsabilità del Campidoglio per la situazione agghiacciante, ça va sans dire. L'annuncio, inoltre, era stato dato al palazzo della Regione, mentre Raggi teneva un punto stampa al palazzo senatorio senza che nessuno l'avvertisse che Regione e Governo stavano collaborando per il piano B.
Il sindaco si è dovuto prendere le lavate di capo dello stesso Zingaretti e del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti per la condizione spaventosa delle tubature di Roma, che lasciano filtrare nel terreno circa il 45% dell'acqua che dovrebbero trasportare. C'è voluta una settimana perché Raggi reagisse e passasse al contrattacco, andando al Tribunale delle Acque per chiedere che le captazioni non terminassero a fine mese, ma proseguissero con settembre.
“Questa mattina ho appreso che la Sindaca di Roma, attraverso un ricorso al Tribunale delle Acque, si è appellata contro la seconda e ultima ordinanza emanata dal Presidente Zingaretti attraverso la quale è stato scongiurato il razionamento del servizio idrico a Roma e, di conseguenza, confermato il proseguimento delle captazioni a Bracciano fino al prossimo 31 agosto. Per la Raggi i prelievi non solo non devono essere bloccati a fine mese ma devono perdurare nel tempo e senza regole secondo le esigenze esclusive di Acea", ha dichiarato Minnucci. "Con quest’ultimo atto la Raggi insulta i nostri territori e calpesta quel punto di complicato compromesso che la Regione Lazio era riuscita a individuare - aggiunge il deputato - La Raggi dovrebbe ricordarsi che oltre a essere sindaco di Roma è anche Presidente della Città Metropolitana e, in quanto tale, dovrebbe tutelare anche tutti i cittadini dei 120 comuni dell’ex Provincia di Roma. In questo caso, però, Virginia Raggi non ha svolto né il ruolo da Sindaco né tantomeno quello da Presidente: interessandosi completamente agli interessi di Acea, la Raggi ha dimostrato e sta dimostrando di voler tutelare esclusivamente gli interessi di quella società di cui detiene le quote di maggioranza. Una vergogna inaudita che deve essere denunciata da tutti a partire dalle amministrazioni locali del lago di Bracciano e dalla stessa Regione Lazio che, così come sostenuto in questi giorni, deve provvedere immediatamente all’istallazione di un contatore delle captazioni, in modo da rendere trasparente a tutti l’attività svolta da Acea. Già non ci fidavamo prima, figuriamoci adesso dopo quest’ultimo ricorso presentato dalla pseudo Sindaca di Roma”.
Una telenovela senza fine, insomma, che i romani che non sono partiti per le vacanze si godono con una nota di amaro in bocca, visto che il rischio di razionamento è sempre dietro l'angolo. Zingaretti, un giorno prima del colpo di testa di Raggi, aveva suggerito ad Acea di utilizzare il 100% degli introiti dell'azienda nella manutenzione delle tubature, facendo i conti in tasca all'amministrazione. La mossa di Raggi, invece, fa pensare che Campidoglio e Acea siano in crisi e che abbiano compreso come le riparazioni non si riusciranno a fare in appena un mese di tempo.