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Roma
Siccità a Roma, rubinetti a secco: Regione contro Comune, polemiche e veleni

Siccità ed emergenza acqua nella Capitale: il braccio di ferro tra M5S e Regione Lazio continua alla faccia della crisi. Lotta all'ultimo sangue sulla pelle dei romani.

 

Campidoglio e Regione sono pronti a presentare le soluzioni contro l'emergenza idrica della Capitale e lo fanno con due conferenze stampa separate e contemporanee. O si segue una o l'altra: l'ennesima presa in giro delle istituzioni che stanno tenendo in scacco la cittadinanza.
Alle 18.30 di venerdì, presso la sede della Regione, Nicola Zingaretti presenta le ultime iniziative in materia idrica. Pochi istanti dopo arriva il comunicato del M5S Lazio, che accusa il presidente di aver assetato i romani solo per colpire la giunta Raggi. “Dov’era la Regione Lazio negli ultimi anni mentre la crisi idrica aumentava in tutta la Regione e non solo a Roma? Dov'era Zingaretti quando bisognava controllare, monitorare, pianificare? Lo diciamo in maniera netta e schietta: la regione Lazio e Zingaretti in primis sono artefici e responsabili di questa situazione perché non hanno legiferato fino in fondo e non hanno controllato”.
Lo scarica barile continua anche nel giorno dell'interruzione delle captazioni dal lago di Bracciano, stabilita dalla Regione per evitare l'emergenza ambientale, con un bacino idrico che rischiava di prosciugarsi a causa dei prelievi intensivi di Acea.
"La Regione Lazio è responsabile di non aver concluso l’iter legislativo che le competeva - prosegue la nota del gruppo consiliare M5S in Regione - quello dell’attuazione della legge 5 del 2014 e dell’approvazione della Legge 238/2015 che avrebbe dovuto ridefinire gli ambiti territoriali ottimali. Giusto per dirne una. Ora improvvisamente Zingaretti emette un atto di imperio, e sembra proprio farlo con l’auspicio di mettere nei guai l'amministrazione Raggi. Ma per i suoi giochi di potere lascia senz'acqua, in piena estate, mezza Capitale e i suoi servizi essenziali”. Un “dispetto” contro la Raggi e i 5 Stelle, insomma, che non sembrano sentirsi responsabili della situazione.
“Bisogna intervenire subito e non fra qualche giorno. La situazione è intollerabile: non possono staccare l'acqua ai romani. Sono molto preoccupata per i miei concittadini e per quello che può accadere agli ospedali e ai Vigili del Fuoco se staccassero l'acqua. Il Governo deve prendere i provvedimenti necessari". Dal Campidoglio arriva la voce limpida – come l'acqua che tra qualche giorno i romani non avranno più – del sindaco grillino. Un appello che Virginia Raggi aveva già lanciato nella mattinata di venerdì, ma che il governo non sembra ancora avere colto. Il primo cittadino alza le mani, si arrende e chiede aiuto, ma tardano ad arrivare i soccorsi. “Il governo e la regione devono fare la loro parte, si devono assumere la responsabilità – rincara la dose il sindaco pentastellato - perché non possono tagliare l’acqua a un milione e mezzo di romani, devono assumere una decisione e lo devono fare adesso, stasera”, dichiara davanti alle telecamere.
Raggi si erige a paladina di Acea e sottolinea i lavori fatti dall'azienda idrica per le tubature colabrodo: “Anche Acea ha fatto la sua parte perché si è immediatamente adeguata a quelle che erano le richieste di intervenire prioritariamente sulle reti. Su oltre 5mila km di reti, sono andati in riparazione 2500-3000 km. Hanno riparato e sostituito già 50 km di tubature, hanno ridotto le perdite e ridotto le captazioni dal lago di Bracciano da circa 1800 litri al secondo a circa 1100. Stanno intervenendo su cose che non erano mai state fatte".
I meriti del Campidoglio, invece, sarebbero quelli di aver firmato il provvedimento del 22 giugno contro gli sprechi idrici. Raggi aveva messo il veto all'utilizzo dell'acqua potabile per orti, piscine, giardini e, più in generale, per tutti quegli utilizzi che andavano oltre il consumo domestico di base. Un'ordinanza che l'opposizione e non solo ha deriso, ricordando che la riduzione degli sprechi idrici è la prassi nella stagione estiva.

 

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