Roma

Siccità a Roma, salta il rischio razionamento: la Regione propone un accordo

Le captazioni da Bracciano non si fermano: l'ordinanza salva i rubinetti romani

Siccità ed emergenza acqua: l'accordo tra Regione e Acea arriva in calcio d'angolo. Il presidente Nicola Zingaretti ha annunciato a meno di 5 ore dall'interruzione delle captazioni dal lago di Bracciano che i prelievi non verranno fermati del tutto.

 

Ridotte da 1100 litri al secondo a 400 litri al secondo le captazioni fino al 10 agosto. Dall'11 del mese, i prelievi saranno ulteriormente dimezzati.
L'ordinanza della Regione Lazio, preparata d’intesa con il governo, prevede che dal 1 settembre vengano interrotti del tutto i prelievi dal lago. Campidoglio e Acea hanno un mese di tempo per incrementare i lavori sulla rete idrica di Roma e risolvere il problema delle perdite d'acqua al 45%.
Scongiurata la figuraccia per la Capitale italiana, come ci tiene a sottolineare il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. La nuova ordinanza, però, sarebbe stata pensata soprattutto per evitare che ospedali e reti antincendio restassero senz'acqua. Zingaretti non ha perso l'occasione per ribadire che la Regione ha contribuito a risolvere “un problema creato da altri” e ha confermato la volontà di tutela del lago di Bracciano.
Non sono mancate le note velenose contro il sindaco di Roma e la giunta pentastellata. Oltre a rimarcare come siano stati Governo e Regione a trovare una soluzione, Zingaretti ha affermato: "Non posso che dire che sono davvero addolorato di questo continuo, e a questo punto inspiegabile e irresponsabile, atteggiamento da parte del sindaco di Roma e proprietario dell'ente gestore e sindaco della Città metropolitana, di scaricare le responsabilità su tutti i temi dell'agenda di governo della Capitale del Paese".
Commenti al vetriolo sono partiti anche dal Campidoglio, dove in concomitanza con la conferenza della Regione, Virginia Raggi ha tenuto un punto stampa in cui ha scaricato le colpe della crisi idrica.
Il braccio di ferro tra M5S e Regione Lazio è continuato fino all'ultimo giorno disponibile per trovare soluzioni per la città. Non a caso le due conferenze stampa separate e contemporanee. O si seguiva l'una o l'altra: l'ennesima presa in giro nei confronti di una cittadinanza in allarme.
A pochi istanti dall'inizio delle comunicazioni provenienti dal palazzo della Regione, il M5S Lazio ha accusato il presidente di aver assetato i romani solo per colpire la giunta Raggi. “Dov’era la Regione Lazio negli ultimi anni mentre la crisi idrica aumentava in tutta la Regione e non solo a Roma? Dov'era Zingaretti quando bisognava controllare, monitorare, pianificare? Lo diciamo in maniera netta e schietta: la regione Lazio e Zingaretti in primis sono artefici e responsabili di questa situazione perché non hanno legiferato fino in fondo e non hanno controllato”, ha scritto il gruppo consiliare grillino della Regione. "La Regione Lazio è responsabile di non aver concluso l’iter legislativo che le competeva - prosegue la nota del gruppo consiliare M5S in Regione - quello dell’attuazione della legge 5 del 2014 e dell’approvazione della Legge 238/2015 che avrebbe dovuto ridefinire gli ambiti territoriali ottimali. Giusto per dirne una. Ora improvvisamente Zingaretti emette un atto di imperio, e sembra proprio farlo con l’auspicio di mettere nei guai l'amministrazione Raggi. Ma per i suoi giochi di potere lascia senz'acqua, in piena estate, mezza Capitale e i suoi servizi essenziali”. Un “dispetto” contro la Raggi e i 5 Stelle, insomma, che non sembrano sentirsi responsabili della situazione.
“Bisogna intervenire subito e non fra qualche giorno. La situazione è intollerabile: non possono staccare l'acqua ai romani. Sono molto preoccupata per i miei concittadini e per quello che può accadere agli ospedali e ai Vigili del Fuoco se staccassero l'acqua. Il Governo deve prendere i provvedimenti necessari". Dal Campidoglio è arrivata la voce limpida del sindaco 5 Stelle. Un appello che Virginia Raggi aveva già lanciato nella mattinata di venerdì, ma che il governo non sembrava aver colto. Il primo cittadino ha alzato le mani, si è arresa e ha chiesto aiuto al Governo, che nel mentre stava stabilendo con la Regione un piano d'azione tenendo all'oscuro il Campidoglio. “Il governo e la Regione devono fare la loro parte, si devono assumere la responsabilità – ha rincarato la dose il sindaco prima di scoprire che un piano B c'era già - perché non possono tagliare l’acqua a un milione e mezzo di romani, devono assumere una decisione e lo devono fare adesso, stasera”, ha dichiarato davanti alle telecamere.
Raggi, paladina di Acea, ha sottolineato i lavori fatti dall'azienda idrica per le tubature colabrodo: “Anche Acea ha fatto la sua parte perché si è immediatamente adeguata a quelle che erano le richieste di intervenire prioritariamente sulle reti. Su oltre 5mila km di reti, sono andati in riparazione 2500-3000 km. Hanno riparato e sostituito già 50 km di tubature, hanno ridotto le perdite e ridotto le captazioni dal lago di Bracciano da circa 1800 litri al secondo a circa 1100. Stanno intervenendo su cose che non erano mai state fatte".
Sottolineati dal primo cittadino anche i meriti del Campidoglio, che sarebbero quelli di aver firmato il provvedimento del 22 giugno contro gli sprechi idrici. Raggi aveva messo, infatti, il veto sull'utilizzo dell'acqua potabile per orti, piscine, giardini e, più in generale, per tutti quegli usi che andavano oltre il consumo domestico di base. Un'ordinanza che l'opposizione e non solo ha deriso, ricordando che la riduzione degli sprechi idrici è prassi nella stagione estiva.