Roma

Sigilli all'Angelo Mai a Caracalla: “Sgombero a causa della burocrazia”

Terza chiusura in 14 anni per lo spazio indipendente

Nuova chisura per lo spazio indipendente "Angelo Mai" alle Terme di Caracalla, sigilli alle porte per il laboratorio di sperimentazione artistica. Gli attivisti denunciano: "Sgombero a causa della burocrazia".

 

Lo stabile, da anni punto di riferimento per compagnie teatrali internazionali e nazionali, ha lanciato dalla mattinata di venerdì l’allarme tramite il proprio profilo Facebook, chiamando a raccolta gli attivisti contro l’ennesima chiusura. "Questa mattina per la terza volta in 14 anni l’Angelo Mai viene sgomberato dal Comune di Roma. Non si tratta di una vicenda penale questa volta, di un’inventata storia criminale, ma di pura burocrazia - denuncia in un nota l'ufficio stampa dell'Angelo Mai - Ancora una volta nessuno all’Assessorato alla Cultura ne sapeva nulla. Eppure nell’ultimo periodo sembrava che qualcosa rispetto agli spazi si muovesse. Per questo il sequestro di oggi è sorprendente oltre che gravissimo. Nonostante l’adozione di atti amministrativi con i quali si disponeva un ripensamento dell’intera vicenda degli immobili di proprietà comunale destinati ad uso sociale, sulla base delle sentenze della Corte dei Conti e in attesa del nuovo regolamento, nonostante tutto questo oggi senza alcun preavviso Comune di Roma e Polizia Municipale si sono presentati per sgomberare un luogo assegnato".

"Chiediamo di differire l’esecuzione del provvedimento in attesa di una pronunzia del Tar in via d’urgenza - proseguono gli attivisti - Chiediamo di non interrompere le nostre attività non da qui a poco ma da qui ad anni ed anni perché l’equazione tra arte e illegalità fallisce e non può trovare nessuna legittimazione politica né qui né altrove. Chiediamo che una volta per tutte agli spazi culturali e sociali di questa città venga riconosciuto il diritto ad esistere e non solo a resistere. In questa città lacerata e offesa, simbolo di un paese moribondo e suicida, l’Angelo Mai è un luogo indispensabile e irrinunciabile. Non chiuderemo 'Mai', sia chiaro".