Roma

Smart working, “bluff virale”: parla il manager Esri che ha mappato l'Italia

Emilio Misuriello, Ad di Esri Italia, racconta come è cambiato (poco) il Paese con la pandemia. Le nuove sfide e l'app Immuni

di Claudio Roma

Fase 3, insegnamento a distanza, smart working confuso col telelavoro app Immuni e ritardo digitale nelle scuole: ad affaritaliani.it parla Emilio Misuriello, ad di Esri Italia, la società che ha mappato il Paese per la Protezione Civile e in campo per la mappa nazionale della Connessione ad internet delle scuole primarie e secondarie in previsione dello sviluppo della didattica a distanza.

Durante l'emergenza Covid, Esri Italia ha fornito i suoi prodotti digitale il tracciamento del virus alle Regioni Lombardia Campania,Sardegna e Marche. Più di recente Ersri la realizzando la mappa nazionale della Connessione ad internet delle scuole primarie e secondarie in previsione dello sviluppo della didattica a distanza

Come si sta preparando Esri Italia alla Fase3 dopo la pandemia? 

“Sicuramente Esri Italia ha imparato molto da questa epidemia e credo che la società 5.0 di cui noi abbiamo promosso anche un manifesto diventa fondamentale per la fase 3; sintetizzando conoscere e utilizzare sempre più  le tecnologie ma mettere al centro l'uomo”.

Quanto spazio avrà l'informazione geografica nella nuova società che si prepara a vivere a distanza? 

“Avrà un ruolo fondamentale, come lo ha avuto nella fase 1 perché la "Science of Where" come amiamo dire sono gli "occhi" dell'intelligenza artificiale, e danno un'enorme contributo e senza la scienza del dove l'intelligenza artificiale è monca”.

Ci eravamo preparati a vivere nella Smart City. Questo modello però segna il passo? 

“La Smart City non segna il passo, ma come si è sviluppata o è stata interpretata ha evidentemente mostrato il suo insuccesso soprattutto nel mondo occidentale. Non ci ha aiutato come avrebbe potuto nel contrastare il covid-19 e anche oggi avrebbe potuto dare un grande contributo per la mobilità e il distanziamento sociale ma i nodi purtroppo sono rimasti lì”.

Si discute molto sulla app anticovid IMMUNI. E' una applicazione che potrà funzionare in una Italia ossessionata dalla privacy? 

“L'idea è giusta la privacy è sicuramente un parametro importante che bisogna considerare ma credo che ormai il paese è abbondantemente ripartito e se non sbaglio siamo ancora in fase "sperimentale". Torniamo al tema della smart city, forse se l'avessimo interpretata meglio oggi sarebbe tutto più facile, anche utilizzare l'app immuni”.

Il lavoro a casa e l'insegnamento a distanza?L'Italia è pronta a questa rivoluzione?

“No non siamo preparati, si è molto abusato del termine smart working ma abbiamo fatto fondamentalmente telelavoro.  L'organizzazione aziendale deve fare ancora molta strada e il "pay to performance" tipico dello smart working potrebbe diventare un elemento di attrito oggi nelle nostre aziende e con le normative attuali. L'insegnamento a distanza è una grande opportunità, da la possibilità di seguire insegnanti di pregio o seguire università blasonate. Nelle scuole primarie però dobbiamo evitare il digital divide tra poveri e ricchi”.

Le mappe sulle connessioni nelle scuole il monitoraggio sul Covid ? Esri come l'ha sperimentata?

“Le mappe sulle connessioni nelle scuole purtroppo evidenziano il ritardo delle infrastrutture digitali. La connessione è fondamentale come il tetto che non deve perdere o il riscaldamento che deve funzionare. Le nostre mappe sul covid-19, e non solo, mostrano come diciamo in azienda quello che gli altri non vedono. Il virus non si vede, quindi bisogna utilizzare strumenti che ci aiutano a vederlo, dove è e come si diffonde”.