Roma
Inquinamento e Pm10 per i ristoranti. Stop alle canne fumarie, ecco i filtri
Il Campidoglio porta sul banco degli imputati i ristoranti di Roma per l'inquinamento atmosferico
Inquinamento da polveri sottili Pm10: sul banco degli imputati salgono anche i ristoranti di Roma. E il Comune corre ai ripari aggiornando la normativa borbonica che obbligava l'immissione dei fumi nelle canna fumarie. È la vera rivoluzione.
Fumi di arrosti, guanciale saltato, ma anche bistecche, lombate e abbacchio per finire con le verdure bollite: secondo l'Unione Europea la cottura dei cibi effettuata nelle cucine e la conseguente immissione nell'aria di vapori e fumi è anch'essa responsabile di una quota significativa di inquinanti nell'aria, ancor di più se la normativa che vige a Roma prevede solo la presenza di filtri meccanici nelle cappe di aspirazione che trattengono i grassi ma non il particolato.
Così nel silenzio assoluto, il Campidoglio lo scorso ottobre ha approvato l'ordine del giorno n.41 che modifica il Regolamento d'Igiene, con l'introduzione dell'articolo 64 bis che “disciplina le emissioni provenienti da attività non residenziali che effettuano cotture di alimenti”, aprendo di fatto alla tecnologia che consente l'utilizzo di filtri a “carboni vegetali” in grado di intrappolare il cento per cento degli inquinanti generali dalla cottura dei cibi “sia nella parte corpuscolare che volatile”.
Insomma, in una città con oltre 15 mila attività di ristorazione, è possibile passare dai fumi e dal cattivo odore diffuso per legge comunale a un metro di distanza dal colmo del tetto del palazzo, a emissioni zero.
Inquinamento Roma Pm10 : l'attuale normativa e cosa cambia
Ma con l'articolo 64 bis del regolamento il Comune si è anche superato, creando un pasticcio giuridico. Il comma 1 dell'articolo 64/bis recita infatti che “le emissioni provenienti da attività di cottura in cui si usino attrezzature come forni, cucine e assimilabili, devono essere captate e convogliate in appositi condotti di espulsione...”, ma al comma 2B si esplicita che la cottura deve avvenire con "sole apparecchiature elettriche”, quindi senza l'uso del gas. Una follia giuridica contro la quale il Comune ha già perso un ricorso amministrativo che costituisce giurisprudenza e ha permesso, nella centralissima piazza Vittorio, la riapertura di un ristorante per ordine del Tar del Lazio (sentenza 01434/208) che ha chiaramente affermato che “L'utilizzo di impianti alternativi, non risulta allo stato attuale legittimato da alcuna fonte normativa”. Con l'introduzione del nuovo articolo il Comune di Roma colma il vuoto e fa autogol discriminando l'uso di alternative alle canne fumarie all'energia impiegata e apre la porta a nuovi ricorsi.
Inquinamento Roma Pm10: le novità per i commercianti
Da un punto di vista commerciale, la nuova normativa rivoluziona il mercato della ristorazione e cambia i valori commerciali delle attività. Sino ad oggi chi aveva una canna fumaria la faceva valere come plus commerciale e impediva ad altri l'apertura di attività in assenza dell'impianto. Ora chiunque può aprire una nuova attività senza l'incubo di avere una canna fumaria o di dover passare per le autorizzazioni condominiale e installarne una a caro prezzo. Con i filtri a carbone spariscono i cattivi odori e si abbatte l'inquinamento.