Social, adulti e ragazzi senza una guida. La metà on line “inconsapevole”
Giovani ed adulti sempre più social, ma non conoscono i rischi. L'allarme “ragazzi senza una guida”
Adulti e ragazzi sono sempre più social, ma non conoscono i rischi del web. A dirlo è una ricerca IPSOS, che rivela come il 96% di loro possiede uno smartphone ma in pochi si preoccupano o conoscono i rischi della navigazione in Internet.
Alla vigilia del Safer Internet Day, la giornata annuale per la promozione di un uso sicuro e responsabile delle tecnologie digitale, Save the Children rivela i dati della ricerca inedita IPSOS, che mostrano poca differenza di consapevolezza nell'ambito del web tra i due gruppi esaminati. Questi alcuni dei dati più interessanti pubblicati da Save the Children Italia: "Adulti e ragazzi italiani vivono una vita sempre più social, con una media di più di 5 profili a testa. Nel Lazio, sono sempre più connessi via smartphone (il 96% degli adulti e il 96% dei ragazzi ne possiede uno), ma sono quasi del tutto inconsapevoli delle conseguenze delle loro attività in rete: la metà dei ragazzi (53%) e un terzo degli adulti (30%) non sa che mentre naviga i suoi dati vengono registrati e spesso chi ne è consapevole non sa però esattamente quali, in buona parte se ne dicono preoccupati (l’83% degli adulti e il 66% dei ragazzi), ma hanno ormai interiorizzato l'idea che la loro cessione sia il giusto prezzo per essere presenti on line e accedere ai servizi che interessano loro (in Italia lo pensa circa il 90% di tutti coloro che consentono ad un’app l’accesso ai propri contatti)".
Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di Save the Children, spiega: “I risultati che emergono dalla ricerca dimostrano come, sia a livello nazionale che nel Lazio, adulti e ragazzi condividono le stesse conoscenze, gli stessi livelli di consapevolezza delle conseguenze dei loro comportamenti in rete e spesso anche i comportamenti stessi. Si tratta di un dato preoccupante se pensiamo che proprio gli adulti dovrebbero esercitare un ruolo di guida in un contesto complesso e in continua evoluzione, come quello del mondo e delle tecnologie digitali. Di fronte a questi dati emerge con forza la necessità di un’azione educativa rivolta non solo ai ragazzi ma soprattutto agli adulti e, allo stesso tempo, l’importanza di muoversi per garantire una efficace attuazione in Italia - da parte delle istituzioni e delle aziende - della nuova regolamentazione europea sulla tutela e protezione dei dati personali, in particolare per quanto riguarda il consenso dei genitori all’utilizzo dei dati dei minori”.