Roma

Società fallite: business tarocco dei curatori che vendono crediti tributari

Al Tribunale fallimentare di Roma si moltiplicano le aste di crediti verso lo Stato delle società fallite. Ma le Entrate non li riconoscono

Sta diventando sempre più frequente nel tribunali fallimentari italiani con quello di Roma capofila, la prassi di autorizzare i curatori fallimentari a mettere all'asta i crediti tributari delle società fallite. Solo che le Entrate questi crediti non li riconoscono.

Infatti molto spesso nei conti della aziende fallite si trovano importi a credito con il Fisco che ovviamente dovrebbero essere verificati prima di poterle cedere a terzi. Beninteso, i bandi recitano che i crediti vengono venduti nello stato di fatto e di diritto e con la formula pro soluto e quindi con tutte le responsabilità a carico di chi compra.

Ma il trucco è proprio questo, le persone ovviamente si fidano proprio perché l'asta è di un tribunale italiano e il curatore è un pubblico ufficiale, salvo poi ritrovarsi nelle contestazioni della Agenzia delle entrate che quel credito non lo riconoscerà mai.

I giudici autorizzano e i curatori incassanno

Ovviamente si tratta di contestazioni dalle quale è impossibile difendersi visto che chi ha comprato nulla conosce del passato della società e nulla potrà mai produrre per difendersi. Infatti qualsiasi richiesta documentale magari riferibile ad anni prima sarà quasi impossibile da esaudire. Sembra quasi una truffa di Stato dunque, con l'assenso dei giudici delegati che autorizzano e che serve ad ampliare gli attivi fallimentari e ovviamente i compensi già faraonici dei curatori.

L'appello al ministro Nordio

Forse sarebbe il caso che il ministro Nordio mettesse mano a questi comportamenti che non fanno altro che diminuire la scarsa fiducia che gli italiani già hanno nei confronti della magistratura italiana.