Roma
Sopravvissuto allo sterminio. Mieli, laurea honoris causa
"Sono felice di essere qui per testimoniare ancora una volta quando sia importante la memoria. A voi - rivolgendosi ai giovani - spetta il testimone del ricordo perché orrori del genere non accadano più".
Queste le parole di Alberto Mieli, dopo aver ricevuto oggi la laurea Honoris Causa in Filologia, Letterature e Storia, presso l'Università di Foggia. L'aula Magna, alla presenza di studenti, autorità locali e personalità accademiche ha accolto l'ex deportato con amore e commozione.
Oggi quasi novantenne, festeggia questo incredibile traguardo: Alberto Mieli, deportato prima ad Auschwitz e poi a Mauthausen, miracolosamente sopravvissuto alla Shoah è marchiato sul braccio con il numero 180060. Nel 1938 Mieli come tanti altri ragazzi ebrei in età scolare e universitaria, veniva espulso dalla scuola. Proprio in quell'anno furono emanate le leggi antiebraiche che, tra le varie vessazioni, prevedevano l'esclusione degli studenti ebrei dalle scuole pubbliche. Per molti di loro significò l'interruzione definitiva degli studi.
"Fui chiamato dal preside dell'Istituto. Piangendo - ricorda Mieli - mi disse che non potevo più frequentare il corso. Un uomo così grande che piangeva come un bambino. Tra le lacrime mi disse che dal giorno successivo non avrei più potuto frequentare l'istituto".
In uscita a gennaio 2016 il libro-testimonianza edito da Marsilio "Eravamo ebrei. Questa era la nostra unica colpa" scritto insieme alla nipote Ester Mieli.