Spacciano erba di campo: ecco i finti pusher che non finiranno mai in carcere
La truffa che sta facendo impazzire la movida di Trastevere
di Diana Maltagliati
Vendono erba di campo essiccata e corteccia d'albero per non finire in galera. I nuovi re dello spaccio di Trastevere si sono fatti ancora più furbi. Oltre a non dover sostenere grandi spese per acquistare i quantitativi di marijuana e hashish da rimettere sul mercato, non rischiano nemmeno una denuncia.
La tattica è semplice: il cliente vede e “annusa” la vera marijuana o l'hashish, poi il pusher lo distrae e gli mette tra le mani una dose di sanissima erba di campo essiccata o di corteccia e gliela fa pagare a peso d'oro.
Nella notte tra lunedì 30 e martedì 31 ottobre sono stati 11 gli stranieri colti in flagrante nella zona della movida romana alle prese col finto spaccio. Un fenomeno nuovo che sta via via diventando sistematico e che viene attentamente monitorato dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato Trastevere diretti da Fabrizio Sullo.
Di questi 11, soltanto uno è finito in manette: si tratta di un senegalese di 27 anni che oltre ai pacchettini di corteccia teneva in tasca la vera droga. Se non fosse stato per quei 9 grammi di marijuana, la Polizia avrebbe dovuto alzare la mani anche con lui perché non stava compiendo, di fatto, un crimine punibile dalla legge.
“Nessuno può essere punito per un fatto che non è previsto dalla legge come reato. Astrattamente la fattispecie in gioco è quella della truffa in atti illeciti. Il problema della truffa, però, è che è un reato perseguibile a querela, ma il soggetto truffato non ha alcun interesse a denunciare il finto spacciatore” precisa l'avvocato Domenico Oropallo. Ed effettivamente a nessuno verrebbe mai in mente di sporgere querela contro un pusher che non ha venduto davvero marijuana.
La legge, comunque, tutela anche chi aveva intenzione di comprare la droga: trovarsi in possesso di un pacchetto d'erba di campo essiccata o di corteccia d'albero, infatti, non costituisce un fatto punibile. Nemmeno una piccola dose di hashish o marijuana renderebbe necessario l'arresto, visto che si tratterebbe di consumo ad uso personale e non di vendita, ma l'assenza di droga semplifica ancora di più le carte in gioco.
Chi viene fermato dalle forze dell'ordine nell'atto di comprare stupefacenti è infatti segnalato alla Prefettura e vengono effettuati controlli su patente e carta d'identità: ma se la droga non c'è, non c'è nemmeno bisogno di tutta questa trafila. “Io posso sempre dire di aver comprato corteccia proprio perché volevo comprare corteccia - spiega Oropallo – Posso dire di aver voluto partecipare a una sorta di pantomima o di sceneggiata e quindi non verrò punito”.
Il fermo degli 11 stranieri a Trastevere è il secondo caso conclamato nella zona, dopo che una settimana fa altri 14 uomini di origine africana erano stati colti in flagrante a spacciare erbette di campo.
L'unica conseguenza, per loro, è stata quella del controllo dei documenti di soggiorno presso l'Ufficio Immigrazione di Patini, per accertare la loro posizione sul territorio italiano e valutare l’eventuale espulsione.
“Questa aggravante potrebbe incidere sulla perseguibilità” precisa Oropallo, che però chiarisce anche che si tratta di una tendenza nuova e che la legge deve ancora prendere provvedimenti in merito.
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