Roma

Assalto alle casse della Margherita. "8 anni per l'ex tesoriere Lusi"

Otto anni di reclusione: questa la pena richiesta in appello dal pg Simonetta Matone nei confronti di Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, accusato dei reati di appropriazione indebita, calunnia e associazione a delinquere. Già in primo grado, Lusi, accusato di aver sottratto 27 milioni di euro dalle casse della Margherita, era stato condannato a otto anni per i soli capi di imputazione relativi alla calunnia e all'appropriazione indebita.

Secondo il pg, l'ex senatore si sarebbe accordato in modo stabile con altri due imputati, i commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio, per i quali sono state chieste rispettivamente condanne a tre anni e mezzo e a due anni e mezzo. Un accordo "permanente" che avrebbe reso possibile "ogni possibile ruberia". Dal 2007 al 2011, Lusi, grazie alla sua posizione nel partito, avrebbe "approfittato di un sistema di controllo meramente formale su spese e giustificativi per dare il via alla depredazione scientifica di un enorme flusso di denaro".

Il pg, nel sollecitare la condanna di Lusi si è così espressa sull'imputato: "E' incontestabile e incontrovertibile che per quattro anni Luigi Lusi abbia creato un binario parallelo per drenare fondi del partito e indirizzarli verso destinazioni illeciti". Per quanto riguarda i due presunti complici di Lusi, il magistrato ha sottolineato: "Loro sapevano che Lusi usava i soldi del partito per scopi personali, erano consapevoli dell'illecita destinazione".

Sulla vicenda della calunnia a Rutelli, di cui è chiamato a rispondere lo stesso Lusi, la Matone ha invece affermato: "L'ex senatore lo accusa per attenuare le proprie responsabilità sostenendo di aver agito su mandato del presidente del partito. Ma viene smentito dai fatti. La sua accusa arriva anche perché perché il partito lo ha scaricato e abbandonato dopo essere stato coperto di ignominia". La quarta imputata del procedimento, Dina Ferri, collaboratrice di Lusi, secondo l'accusa, deve essere invece assolta. "Lei -ha affermato il pg, riferendosi alla Ferri, già condannata in primo grado a un anno e due mesi- è una persona che viene messa in mezzo ma che non aveva alcun potere. Faceva quello che le veniva detto di fare".