Roma

Spiaggia sul Tevere, il Tiberis è già un flop: romani senza acqua e cibo

Primo weekend della spiaggia sotto ponte Marconi tra i disagi: poche persone, tutte schedate, e nessuna “area food & drink” presente. Così per i romani non va

La spiaggia sul Tevere apre ad inizio agosto e, dopo il primo weekend, per i romani è già un flop. Lettini, sdraie ed ombrelloni aperti ma deserti, con le poche persone che hanno voluto testare il Tiberis all'apertura che si sono lamentate per la mancanza di quello che era stata la principale pecca già nelle edizioni 2018 e 2019: il bar.

La spiaggia sotto ponto Marconi tanta amata dalla Raggi ha aperto ufficialmente i cancelli sabato 1 agosto, con due giorni di anticipo rispetto allo scorso anno quando il sindaco M5S “tagliò il nastro” il 3 del mese.

Per accedere bisogna schedarsi

Quest'anno, a causa dell'emergenza Coronavirus, per poter scendere sulla banchina del fiume tiberino e sdraiarsi sui lettini del Tiberis bisognerà prima passare per un gazebo montato su ponte Marconi: qui ai romani verrà misurata la febbre e registrate le generalità (nome, cognome, comune di residenza e numero di telefono) così da poter essere facilmente rintracciate qualora venisse trovato positivo al Covid-19 un ospite della spiaggia sul Tevere. La persona che gestisce questo iter tiene anche il conto delle persone presenti in spiaggia: non possono accedere più di 200 persone contemporaneamente.

Lettini, sdraie, ombrelloni ma ancora niente acqua e cibo

Una volta sbrigate tutte le pratiche al gazebo, si scende la rampa e si accede allo “stabilimento” dove ad attendere i romani ci sono 30 ombrelloni, 60 lettini, 27 tavolini, 130 sedie, 10 vele ombreggianti, i nebulizzatori che schizzano acqua fresca ogni 15 minuti, 4 docce, 2 fontanelle, 2 campi da beach volley e 3.500 metri quadrati di prato. All'appello manca però l'annunciata “area food & drink”. Il sindaco Raggi aveva infatti promesso la presenza di una zona di bar, grande assente nelle passate edizioni, in grado addirittura di poter organizzare aperitivi e musica dal vivo, ma nel primo weekend del Tiberis nulla di tutto ciò era presente.

La cosa ha deluso, e non poco, le 25 persone presenti sabato pomeriggio e le 30 di domenica mattina poiché si aspettavano di trovare ben altra organizzazione. Con oltre 35 gradi all'ombra, i “clienti” del Tiberis speravano di poter mangiare e dissetarsi in un classico chioschetto da spiaggia ed invece sono rimasti a pancia vuota ed a bocca asciutta, anche perché l'unica dispensa di viveri messa a disposizione, le macchinette distributrici automatiche da ufficio presenti anche al Tiberis 2019, erano guaste.

“È un peccato che non ci sia un bar, uno street food o una qualsiasi cosa dover poter acquistare anche un panino – racconta Angelo, 52enne del quartiere seduto su una sdraia insieme al figlio di 12 anni –. Bastava poco per poter rendere più vivibile questo spazio, ma anche quest'anno pare un'occasione persa. Almeno ci sono i nebulizzatori, che non sembrano ma sono molto piacevoli e rinfrescanti. Ogni 15 minuti, appena si accendono ci fondiamo sulla pedana”.

Anche nel 2020 accesso vietato ai cani

Chi invece non è potuto scendere a provare l'ebrezza del Tiberis 2020 sono stati Michele e Alessia, coppia di ragazzi presentasi al cancello con al guinzaglio un jack russell. L'accesso alla spiaggia non è infatti consentito, anche quest'anno, agli amici a quattro zampe. “Avevamo letto che quest'anno sarebbe stata allestita anche un'area cani, ma ci hanno detto che alla fine non è più stata fatta”, spiegano i due giovani.

Rebus distanziamento

Infine c'è anche chi si è lamentato del distanziamento. Gli ombrelloni sono a distanza di sicurezza e l'area prato è stata raddoppiata rispetto agli anni passati, ma i lettini vengono spostati a piacimento dalle persone e capita che si ritrovano pressoché attaccati. “Il Comune o chiunque abbia allestito questo spazio, con tutto questo prato, poteva fare lo sforzino di mettere gli ombrelloni ancora più distanti, lo spazio c'era – dice Mariacarla, neopensionata amante della tintarella –. Oggi qui non c'è quasi nessuno, ma se dovessero venire più persone, chi controlla il rispetto delle distanze di tutte le normative varie?”. Al gazebo la conferma della mancata presenza di una persona che controlli il rispetto delle norme: “Dovrebbe arrivare prossimamente”. C'è tempo fino ad ottobre.