Roma
Squadre antincendio assenti e ritardi. Rogo a Fiumicino, dito puntato su Adr
"Piena consapevolezza da parte di ADR (quale committente) e dell'A.T.I. ECF-NA.GEST (quale appaltatrice) del rischio di surriscaldamento e dell'inutilità o addirittura pericolosità diretta dell'installazione del 'pinguino'". Questa il passaggio chiave della relazione della Commissione di inchiesta sul rogo all'aeroporto di fiumicino dello scorso 7 maggio che mette in evidenza come proprio il mini condizionatore sia stata la causa dell'incendio che ha messo in ginocchio il sistema aeroportuale per giorni. Dalla ricostruzione dei vigili el fuoco emerge come il condizionatore installato per raffreddare un pannello tecnico, surriscaldando ulteriormente la temperatura nel locale, chiuso da una porta, innescava una fiamma che trovava rapido sviluppo.
Inoltre le operazioni di spegnimento sarebbero iniziate con un ritardo di circa 35-40 minuti a causa "dell'assenza di squadre anticendio, di soggetti addetti all'emergenza/evacuazione effettivamente operativi sul luogo dell'incendio e quindi l'assenza di monitoraggio su tale personale nei primi momenti dell'evento. Un primo intervento di contrasto con estintori avveniva - si legge nella ricostruzione dei fatti - da parte di due agenti della Polizia di Stato i cui uffici erano a breve distanza dal luogo delle prime fiamme. Si tratta di un primo intervento urgente, particolarmente coraggioso ma improvvisato e avulso da qualsiasi procedura sistematica di emergenza antincendio".
L'inchiesta avrebbe così evidenziato la corresponsabilità da parte di Aeroporti di Roma e della società appaltatrice che doveva occuparsi della gestione e manutenzione degli impianti dell'aeroporto di Fiumicino, nell'aver concausato l'incendio divampato lo scorso 7 maggio al Terminal T3, avendo trascurato le norme di prevenzione e protezione antincendio e omessa vigilanza da parte degli organi preposti, Asl Rmd e Vigili del Fuoco. E' questa la conclusione contenuta nella relazione finale di oltre 20 pagine dell'inchiesta avviata dalla Commissione parlamentare Infortuni sul Lavoro.
"Nel caso specifico - si legge nella proposta di relazione conclusiva della commissione presieduta dalla senatrice Camilla Fabbri (Pd) - ADR spa avrebbe dovuto adottare una politica aziendale sulla sicurezza comprensiva di tutti gli aspetti e le interferenze riguardanti anche le attività lavorative esercitate dagli altri datori di lavoro, sia quale committente (...) sia quale soggetto tenuto a garantire 'la sicurezza dei locali e degli edifici assegnati in uso a pubbliche amministrazioni o pubblici uffici' ex art. 18.3 d.lgs. 81/08 (in aeroporto sono presenti diversi uffici pubblici: forze di polizie, agenzia delle dogane, servizi sanitari etc), sia infine quale concedente in uso dei locali in cui si svolgono attività commerciali o servizi vari ex art. 23 d.lgs 81/08".
Tra "le cause procedurali e/o organizzative - si legge nel documento che dovrebbe essere messo ai voti la prossima settimana - si possono determinare: l’omessa valutazione del rischio incendio effettiva, completa, esauriente, organica, sistematica e soprattutto concreta in relazione alla complessità della struttura".
Per quanto concerne l’operato dell’organo di vigilanza successivo al 7 maggio 2015 si deve rilevare che sorprende la tardività dell’intervento dell’Asl. Non si può non registrare con allarme - ha detto Fabbri leggendo la relazione - che al riguardo la dr.ssa Proietti, responsabile del servizio di vigilanza sui luoghi di lavoro, è stata colpita da un provvedimento disciplinare di sospensione dal servizio per due mesi cui ha fatto seguito il pensionamento su domanda della stessa. Ferma restando l’autonomia del giudizio disciplinare, è evidente che anche per il personale dell’Asl Roma D – addirittura anche dopo l’evento – v’è stata una grave sottovalutazione del tema della sicurezza di un luogo di lavoro qual è l’aeroporto di Fiumicino.
"La domanda che ci siamo posti - ha continuato - è se per un condizionatore pinguino messo in modo inappropriato possa succedere tutto questo. La situazione ci preoccupa. Non c'è l'individuazione di una responsabilità unica e univoca, ognuno ad ogni livello ha avuto un aspetto di responsabilità.
La prossima settimana, dopo la votazione di questa relazione chiederò alla Commissione il mandato per aprire un altro filone di inchiesta più complessivo sulla sicurezza negli aeroporti italiani. Le stazioni ferroviarie potrebbero essere anche un altro fronte, così come tutti i punti di aggregazione importanti.