Roma
Stadio As Roma, l'economista ci crede: "Creerà lavoro e investimenti"
"Sì ai grandi eventi, a Roma serve una scossa di legalità e rimettere in moto la macchina burocratica"
di Luigia Luciani
Occupazione “in fuga” dai cantieri. 30mila operai senza impego dal 2008. A Roma il lavoro nero è il vero cancro del settore edilizio. La salvezza è il privato come lo Stadio a Tor di Valle? "Creerà' appeal sportivo ed economico. In Italia servono gli stadi di proprietà". Così Giovanni Fiori, professore ordinario di Economia aziendale alla Luiss Guido Carli.
Professore partiamo dalla strettissima attualità: è stato presentato a Comune di Roma e Regione Lazio il dossier definitivo per la costruzione dello stadio a Tor di Valle. Il presidente James Pallotta e il costruttore Luca Parnasi hanno espresso il medesimo concetto per l'occasione: “Creeremo migliaia di posti di lavoro e attrarremo investimenti dall'estero”. Lei concorda con questa affermazione?
“Di sicuro sono d'accordo sul fatto che il progetto porterà vantaggi per gli investimenti nelle infrastrutture, quindi va bene l'opera, va bene il grande cantiere... Ma aggiungo un elemento fondamentale: si tornerà a mettere denaro dall'estero nel calcio italiano che conta. Un fenomeno che non accadeva da tempo. Motivo? La mancanza di stadi di proprietà in Italia. Lo stadio di proprietà è generatore infatti di appeal sportivo, ma soprattutto economico. In sintesi se questo progetto non cambierà la realtà a Roma, di certo la migliorerà!”
Professor Fiori, ma lei che di numeri se ne intende, volendo guardare a Roma come fosse una grande società, dove rintraccia gli errori più importanti commessi negli ultimi anni?
“Le responsabilità sono di molti, non solo della politica che continua ad essere lo specchio del nostro paese. Gli errori più gravi sono stati commessi dalle ultime amministrazioni. Guardiamo ad esempio al settore della manutenzione. Perchè le scelte di ditte appaltatrici sono ricadute spesso su società coinvolte in Mafia Capitale?Le colpe dunque sono anche degli imprenditori che sapevano, che non denunciavano o comunque si adeguavano agli eventi. Più in generale la società civile romana non ha fatto lo scatto di reni. Ecco perchè sono favorevole ai grandi eventi per Roma, come nel caso delle Olimpiadi. I romani hanno bisogno di una scossa, di legalità e di rimettere in moto la macchina burocratica...a patto però che neanche un euro venga sprecato".
Dove guardare allora per un rilancio della Capitale? Investire di più nel pubblico o sperare solo nel privato?
“Il pubblico fornisce servizi alle città. Il pubblico ha un ruolo fondamentale, guai a pensare che il privato sia la soluzione ad ogni male.”
E' un messaggio che lancia anche al prossimo sindaco di Roma? A proposito segue questa strampalata campagna elettorale fatta anche di volti nuovi o ritrova i soliti clichè?
“Le rispondo in questo modo. Mi piacerebbe vivere a Milano dove la corsa a sindaco la fanno persone competenti. Qui a Roma i candidati saranno pure brave persone, ma non hanno esperienza amministrativa. Bisogna stare attenti, per governare non basta essere solo onesti. E poi a Roma si otterranno risultati se il governo aiuterà la città...Se vincesse Virginia Raggi, non so come si metterebbe con Renzi".