Roma

Stadio As Roma: l'M5S nel pallone. La base a Raggi. “Rispondiamo ai romani”

Il sindaco Raggi col cerino i mano: causa milionaria da Pallotta, oppure prova di forza

Stadio della Roma, prima il Movimento Cinque Stelle era diviso, ora è spaccato. Nella riunione fiume di giovedì notte tra il sindaco Virginia Raggi e “portavoce” consiglieri comunali si consuma l'ultima frattura, quella definitiva, quella che lascia il sindaco col cerino in mano.

 


Già, perché l'ipotesi di dare il via libera all'opera, incassare decine di migliaia di posti di lavoro, aprire un megacantiere, archiviare il periodo dei No (vedi Olimpiadi) e mettere la firma su un pezzo di storia della città, piace alla Raggi, disposta a chiudere la trattativa con la Roma sulla diminuzione del 20 per ceno delle cubature, meno alla base, arroccata su posizione fondamentaliste e su soggetti che affaritaliani.it ha avuto il coraggio di definire “Mullah” del diritto.

Esponenti di base come la semisconosciuta Cristina Grancio, vice presidente della Commisione Urbanistica che, appena terminata la riunione di giovedì, ha postato il pensiero “illuminista” sulla sua pagina Fb dichiarandosi apertamente contraria al Nuovo Stadio. Scrive la Grancio, quasi a lanciare un monito al sindaco per eventuali diktat: “Sono favorevole ad uno stadio se questo non viene usato come scusa per speculazioni edilizie e ingiustificato consumo di suolo. Nel merito, il programma di urbanistica 5 stelle è chiarissimo. Come furono chiarissime le posizioni di 4 consiglieri quando erano all'opposizione, e che già all'epoca parlavano di scempio urbanistico e di illegittimità.  Se si vogliono cambiare scenari, ritengo sia indispensabile e necessario che gli attivisti si pronuncino nuovamente. Questo è un punto essenziale e dirimente, al quale non intendo rinunciare. Spiego e preciso. Superata la questione di legittimità (pietra angolare di ogni considerazione), il nostro gruppo consiliare è chiamato ad una decisione, che a mio giudizio in nessun modo - ripeto, in nessun modo - può sconfessare le indicazioni degli attivisti e in contrasto con il programma elettorale. Io, Cristina Grancio, del movimento 5 stelle,consigliera al comune rispondo ai Romani e agli Attivisti del movimento. A nessun altro”.

Una posizione che fa comodo anche all'assessore Paolo Berdini cosciente di non potersi mettere di traverso di fronte alla procedura di Stato sullo stadio e che si è messo al riparo dietro il no ai grattacieli.

Se Raggi forza la mano, consuma lo strappo; se non lo fa consuma ulteriormente il rapporto con la città. Si chiama cul de sac dal quale il sindaco può uscire solo con un atto di coraggio: causa milionaria dalla Roma forte della legge sugli stadi o recupero del controllo degli attivisti. Il 31 gennaio scade il tempo tecnico. Poi il Cinque Stelle si assumerà la responsabilità di un commissariamento o di un contenzioso che potrebbe mettere i ginocchio le casse comunali e l'intera città.