Roma

Stadio As Roma, Paolo Berdini accusa: “Comune supino di fronte alle Ferrovie”

L'ex assessore di Raggi e candidato anche a sindaco tuona contro la speculazione delle Fs a Pietralata: “Guadagnano solo i potentati”

Passata la batosta dell'Expo, nubi nerissime si addensando sullo stadio della AS Roma a Pietralata. Finito il dibattito pubblico con comitato e associazioni che hanno dichiaratamente il loro no all'opera finisce sotto accusa l'assessore all'Urbanistica Maurizio Veloccia. “Le sue dichiarazioni sono scandalose”, ha tuonato pubblicamente l'ex assessore della prima Giunta Raggi, Paolo Berdini, accusando di trame segrete Comune di Roma e Ferrovie dello Stato.

Nel corso di un incontro pubblico al parco Andrea Campagna, l'urbanista e anche ex candidato a sindaco, ma anche autore del volume “La città in vendita”, ha accusato il Comune di essersi “venduto” alle Ferrovie, perché, “perché lo stadio della Roma è legato ad una grande speculazione di ferrovie. Non sarà un grattacielo ma sarà un grande edificio come la sede di Bnl. E' questo che stanno preparando per noi”.

Berdini: "Noi cittadini non contiamo più, guadagnano solo i potentati"

Non pago, Berdini già “bruciato” dall'ostracismo allo stadio di Tor di Valle, cavalca la protesta del quartiere con un'affermazione pesantissima: “Noi non contiamo più nulla ormai sono solo i potentati economici che guadagnano sulla città”.

 

 

E anche tra i tecnici c'è il sospetto che il “pubblico interesse”, “porterà lo stadio in un quartiere periferico con la bocciatura degli abitanti”. Scrive chiaramente Giancarlo Storto, ingegnere, ex direttore generale delle Aree urbane e dell’edilizia residenziale del ministero delle Infrastrutture. Professore a contratto all’università La Sapienza in un articolo pubblicato lo scorso 21 novembre sul Giornale dell'architettura: “Lo stadio e annessi, un affare privato di pubblico interesse”. Dunque il professor Storto che, nella “Capitale le decisioni vengono prese a rilento e senza un'apparente logica”. Ma la logica ed è ben chiara nel passaggio in cui definisce lo Stadio “Un affare privato di pubblico interesse”.

"La dofferenza tra cittadini e poteri forti"

La conclusione del professore la dice lunga su chi dà le carte a Roma: “Rimane senza risposta un ultimo interrogativo: come è possibile che le proposte, pur legittime, degli operatori privati trovino comunque attenzione nella sfera pubblica e norme che ne facilitano il percorso amministrativo, mentre le attese degli abitanti per servizi o semplici sistemazioni di modesto valore economico in grado però di migliorare la qualità urbana restino inevase”.

Dopo Tor Vergata bruciata da Riad, l'attenzione è ora sullo Stadio di Pietralata.