Roma

Stadio della Roma, Antonio Di Pietro: “A livello penale c’è poco”

L’ex magistrato sfida piazzale Clodio: “Inchiesta debole. Non siamo di fronte a nuova mani pulite”

Antonio Di Pietro sfida la procura sulla vicenda legata a Lanzalone, Parnasi e allo Stadio della Roma.

“Distinguiamo l'aspetto penale dalla responsabilità etica e politica. Sul piano penale a me pare che ci sia molto poco al di là di qualche fatto specifico. Non siamo davanti a una nuova mani pulite. Questo sul piano processuale” ha dichiarato l’ex magistrato ai microfoni di ECG, il programma radiofonico dell'Università degli Studi Niccolò Cusano.

“Prima di esprimere un giudizio di sostenibilità di queste accuse vorrei leggerle, anche perché la corruzione è come il matrimonio, ci vuole un beneficio, non semplici promesse, e serve anche l'atto contrario agli obblighi di ufficio- ha continuato Di Pietro alla radio - Sul piano processuale vedo poche cose. Sul piano politico, invece, vedo un mare di quaquaraqua, che per scimmiottare quel che era la tangentopoli di una volta, fatta con professionalità criminale, vanno a raccogliere gli spiccioli per strada”.

“Questo dimostra lo scadimento etico-morale. Però attenzione a criminalizzare prima del tempo. Sul piano investigativo c'è una forte evoluzione. Ai nostri tempi il ruolo del pm e della polizia era il ruolo del becchino, prima ci scappava il morto e poi si capiva chi l'aveva ammazzato. Ora molte inchieste sono preventive, ma vanno alla ricerca del morto, vedono se c'è o meno il morto. Questo è giusto, ma non deve recare pregiudizi nei confronti di persone che magari sono innocenti" ha concluso Di Pietro.