Roma
Stadio Flaminio, il Comune vuole la riqualificazione. Ma i fondi non ci sono
Presentato in Campidoglio il piano di conservazione della struttura: per rimettere a nuovo l'impianto servono decine di milioni di euro. Il M5S attende proposte
Dopo 9 anni di chiusura lo stadio Flaminio di Roma attende ancora di conoscere il suo futuro. Il Comune vuole la riqualificazione ed ha presentato in Campidoglio il piano di conservazione della struttura realizzato dal Dipartimento di Ingegneria dell'Università La Sapienza. Mancano però i fondi, decine di milioni di euro, per rimettere a nuovo l'impianto costruito per le Olimpiadi del 1960.
Il corposo volume, curato dal professor Francesco Romeo e dal suo team anche grazie a un contributo della Getty Foundation, illustra lo stato di conservazione e i vincoli architettonici che insistono sulla struttura. Nessuna novità però su potenziali finanziamenti per la ristrutturazione dell'impianto: nelle scorse settimane il Campidoglio, nella memoria di giunta con cui sono state chieste risorse del Recovery Fund, ha stimato 80 milioni di euro e 5 anni di tempo per il recupero della struttura.
Il Piano di Conservazione dello Stadio Flaminio pone le basi per il processo di riqualificazione della struttura, che potrà ritornare a far parte della vita della Capitale senza rischiare di perdere la propria identità: "Lo Stadio Flaminio, felicemente collocato in un contesto urbano di grande pregio, vanta un’ispirata qualità architettonica e costruttiva e riveste un ruolo storico-sociale unico per la città di Roma e per la nazione”, spiega Francesco Romeo, a capo del progetto di ricerca. “Consapevoli della diversa natura di tali peculiarità, abbiamo declinato il piano di conservazione secondo un approccio multidisciplinare volto a riconoscere e proteggere il sistema di valori culturali, oggi minacciati, di cui il Flaminio è espressione”.
Il Piano di Conservazione è accompagnato da un modello HBIM (Heritage Building Information Modeling), uno strumento operativo che documenta lo stato di fatto e la storia degli interventi subiti nel tempo dalla struttura, prezioso sia come supporto agli interventi di restauro che per la gestione del programma di manutenzione dello stadio.
A supporto del Piano di Conservazione sono intervenuti sponsor tecnici che hanno contribuito attivamente alla realizzazione del rilievo 3D, del modello BIM e dell’analisi strutturale, fornendo strumenti e formazione del personale.
Il Dipartimento Sport e Politiche Giovanili di Roma Capitale ha pienamente supportato il lavoro del gruppo di ricerca, permettendo un’analisi a tutto tondo della problematiche presentate dal complesso sportivo. Obiettivo futuro sarà quindi conferire all’impianto capitolino nuovamente lo splendore e la valenza che possedeva nel periodo della sua realizzazione, offrendo alla città uno stadio che possa essere un fulcro attrattivo non soltanto sportivo.
“Il Piano di Conservazione era un passaggio fondamentale e propedeutico alla riqualificazione dell’impianto sportivo. Come Amministrazione abbiamo agito in questi anni per porre le basi affinché non solo lo Stadio ma tutta la zona dell’area Flaminio – Villaggio Olimpico possa vedere una rigenerazione urbana in termini di offerta di servizi sportivi, culturali, ricreativi, per favorirne il rilancio e la piena fruibilità da parte della cittadinanza”, ha detto durante la conferenza stampa il sindaco Virginia Raggi.