Roma

Stadio Roma, Beni Culturali follia: vincolano un rudere pieno di amianto

Lo Stadio della Roma diventa uno psicodramma burocratico. Dopo il vincolo apposto dalla Sovrintendenza Comunale ai Beni Culturali sulle tribune di Tor di Valle, l'As Roma replica con una nota durissima nella quale, oltre ad evidenziare tutti i pareri già espressi che autorizzavano la demolizione, preannuncia il ricorso contro i 120 giorni necessari ai burocrati per capire se si tratta di un vincolo limitato o totale.


Quasi che Tor di Valle, ormai nuovo simbolo del degrado e dell'incuria in cui la stesa Soprintendenza lascia presunte opere architettoniche, fosse una seconda Palmira, occultata dalla foresta spontanea cresciuta intorno a quello che una volta era l'ippodromo del trotto romano.

Scrive l'As Roma in una nota che ha fatto il giro del mondo per l'approvazione in prima persona del presidente James Pallotta: "In riferimento all'iniziativa del MiBACT di avviare una procedura di "dichiarazione di interesse particolarmente importante"dell'ex Ippodromo di Tor di Valle, i proponenti del progetto Stadio della Roma – Tor di Valle desiderano evidenziare una serie di elementi. Sin dal progetto preliminare dello Stadio, presentato all’Amministrazione Capitolina nel maggio del 2014, e sottoposto al controllo preventivo delle Autorità pubbliche coinvolte nell’iniziativa, è stata prevista la demolizione dell’ex Ippodromo, per le sue fatiscenti condizioni anche sotto il profilo statico, e la sua sostituzione con il nuovo Stadio.

La conferenza dei servizi

In particolare, nella Conferenza di Servizi “esterna”, convocata dal Comune ai sensi della “Legge Stadi” per l’esame del progetto preliminare, la Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, con parere del 28.7.2014 ha esclusivamente richiesto:

a) relativamente al profilo archeologico, la esecuzione di sondaggi preventivi;

 ) relativamente al profilo paesaggistico, la tutela delle fasce di rispetto del Tevere e delle aree della Valle dei Casali e della Riserva Naturale Tenuta dei Massimi; la salvaguardia delle alberature con prescrizioni per  la loro sostituzione; nonché il restauro e valorizzazione dei Casali esistenti.

Le successive note degli Uffici periferici del MIBACT hanno insistito sugli stessi argomenti. Particolarmente significativo è, tra tali note, il parere della Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici di Roma del 18.11.2014 che richiede che “particolare riguardo dovrà essere posto: … dovranno essere indicati i criteri della sostituzione con demolizione dell’Ippodromo e di tutti gli elementi di architettura e le pertinenze che lo caratterizzano”.

Dopo la dichiarazione del “pubblico interesse” della proposta deliberata dal Comune (A.C. 132/2014), il progetto definitivo dell’intervento è stato presentato alla Regione.

Nella “Conferenza” di Servizi “decisoria” la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Roma, ha espresso rilievi sostanzialmente vertenti su due aspetti principali:

  a) la compatibilità con le “visuali” dei fabbricati privati verticali (“le tre torri”);

  b) le modalità di esecuzione delle indagini archeologiche, con l’attribuzione dei relativi costi al proponente.

Anche nel parere reso in sede di VIA del 6.2.2017, la menzionata Soprintendenza, pur accennando al “valore” dell’Ippodromo, non ha espresso alcun parere contrario alla sua demolizione. Ribadendo invece le sue perplessità su temi vari, tra i quali “visuali” e indagini archeologiche preventive. Tali documenti confermano che la procedura di vincolo culturale dell’Ippodromo, non solo non è mai stata esternata in precedenza ma anzi confligge con le valutazioni e i pareri resi nelle Conferenze di Servizi preliminare e decisoria in merito al progetto, basato sulla demolizione dell’ex Ippodromo e sulla realizzazione al suo posto del Nuovo Stadio.

Le tribune dell’ex Ippodromo di Tor di Valle sono identificate da tutti in modo inequivocabile come una struttura precaria e pericolante, in totale abbandono da anni, peraltro dimenticata anche dalla Soprintendenza stessa che non ha mai avviato alcuna azione a tutela per quell'area prima che noi valutassimo lo sviluppo di questo progetto.  Nella struttura delle tribune sono, tra l'altro, presenti parti ricoperte di amianto.

Tutto questo è stato da anni fatto presente alle istituzioni che hanno dato il loro via libera al progetto Stadio della Roma - Tor di Valle, consci che questi manufatti, per via del loro stato di degrado, sarebbero inevitabilmente stati rimossi. Tuttavia, siamo da sempre e in ogni caso disponibili a riqualificare le tribune, conservandone una parte in un'area dedicata, dopo averla naturalmente ristrutturata e messa in sicurezza, al fine di preservarne la memoria storica e come suggerito in precedenza dalla Soprintendenza stessa.

La riscossa legale
Non possiamo esimerci dall'evidenziare come sia infine particolarmente singolare la tempistica di questo parere emesso dalla Soprintendenza e certamente avvieremo ogni possibile azione a tutela del nostro Progetto, di tutti gli investitori e pubblici azionisti della As Roma e naturalmente di tutti i tifosi che in queste ore non comprendono iniziative talmente intempestive da apparire quantomeno ostili.

La lettera-follia della Sovrintendenza
"L’area dovrà essere lasciata libera da ogni opera in elevato, tranne che nella zona degli attuali manufatti, dove le altezze di eventuali opere non dovranno superare quella delle esistenti".

La Raggi prudente
"La Soprintendenza all'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma ha comunicato al Comune di Roma l'avvio di dichiarazione di interesse culturale” sull'ex ippodromo di Tor di Valle. Si tratta dell'area indicata per la realizzazione dello stadio. Vi sono quindi nuovi elementi che incidono sulla valutazione e realizzazione del progetto che in queste settimane è oggetto di verifica da parte del Comune. Come abbiamo sempre detto, vogliamo che la Roma abbia uno stadio ma nel rispetto della legge".