Roma
Stadio Roma, De Vito incastra la Raggi: sindaco parte civile e teste a difesa
Anche il ministro Bonafede a testimoniare e la strategia difensiva è chiara: "Lo stadio a Tor di Valle lo voleva tutto il Movimento Cinque Stelle"
Stadio Roma, nel maxiprocesso che partirà a marzo per Virginia Raggi saranno vere e proprie capriole giudiziare. Già, perché il primo cittadino di Roma sarà in aula come parte civile, cioè rappresenterà il presunto danno alla città con il quale si dovrà decidere eventuali indennizzi, ma allo stesso tempo sarà teste a difesa di Marcello De Vito, sodale di Movimento ma arrestato e ora a processo.
Il giallo del doppio ruolo non è altro che una mossa astuta di De Vito, una strategia che non solo metterà in difficoltà Virginia Raggi e il Movimento ma che aprirà un ulteriore varco con la chiamata “a testimoniare” del ministro Bonafede che dovrò spiegare al collegio presieduto da Paola Roja la decisione collegiale del 24 febbraio 2017 e la conseguente delibera con la quale il Governo decise di dare il via libera al “nNuovo Stadio della Roma”.
Insomma, la tesi difensiva di Marcello De Vito è chiara: il suo interessamento alla “pratica dello stadio” era finalizzato a dare seguito ad atti politici del Movimento, condivisi sia col sindaco che con il Governo e, dunque, se egli è colpevole di aver agevolato “la pratica”, “senza aver violato i doveri d'ufficio. Dalla sua l'ex presidente del Consiglio Comunale di Roma ha anche la pronuncia della Cassazione che ha annullato l'ordinanza del Tribunale del Riesame proprio perché c'era già l'ok deo sindaco e della Giunta. Su questo la Cassazione era stata chiara: “... il tutto in assenza di qualsivoglia indice probatorio concretamente allegato - di un inopinato mutamento di linea da parte della maggioranza consiliare e di un'attività da parte di De Vito, finalizzata a scongiurare siffatta (allo stato del tutto congetturale) ipotesi, ovvero ancora di modificare in senso più confacente agli interessi del privato il già palesato favore della maggioranza comunale, essendo rimasti peraltro inesplorati eventuali profili di contrarietà all'interesse pubblico del complessivo progetto".