Roma

Stadio Roma: è fatta. Via le torri e business park dimezzato. Raggi esulta

Trovato l'accordo sul progetto: sarà light e green. Priorità Roma-Lido

Stadio Roma, è fatta. Con un colpo di coda Virginia Raggi dà il via libera su Tor di Valle ma a una condizione: sarà uno stadio green con le torri di Ginzberg cancellate e senza il ponte sul Tevere.

 

Una cura dimagrante massiccia che mette in difficoltà la sostenibilità economica dell'intero progetto ma che è stata sostanzialmente digerita da Dg della Roma Mauro Baldissoni, presente al tavolo della trattativa insieme all'imprenditore Luca Parnasi e al papà del progetto, l'architetto David Ginzberg.

L'accordo arriva al termine di una giornata di straordinaria follia. Prima il ricovero della Raggi al San Filippo Neri, poi le dimissioni dall'ospedale e la corsa in Campidoglio per voler partecipare a tutti i costi alla riunione. Ma prima di sedersi al tavolo del diplomazie degli avvocati di Baldissoni e Parnasi hanno avuto un abboccamento tecnico con l'avvocato del Movimento Lanzalone il quale, forte del parere dell'Avvocatura del Comune, ha messo sul piatto del negoziato le condizioni: meno metri cubi e tanti metri cubi in meno, oppure non se ne fa nulla. E quelli che la burocrazia chiama “proponenti” hanno rifatto il calcoli e hanno accettato: meglio uno stadio con le torri messe a dieta che niente stadio. Quindi la delegazione si è spostata in Campidoglio per la definizione dei dettagli.

Alla fine telefonata di congratulazioni tra il sindaco e il presidente dell'As Roma, Jsmes Pallotta che si scambiano reciproci complimeti per l'accordo raggiunto

Pace fatta, Stadio della Roma avanti tutta. A meno di ricorsi. La vicenda non è conclusa. Anzi, è iniziato il secondo tempo.