Roma
Stadio Roma, il Comune nel pallone va ai supplementari. La Regione media



Lo stop annunciato del Comune arriva: il progetto va in freezer sino al 3 marzo
Stadio della Roma, time out del Comune e nì dell'Area Metropolitana. Per ora trenta giorni di sospensione: lo stadio va in freezer su richiesta del Comune di Roma che non ce l'ha fatta a mettere nero su bianco il parere alla delibera di pubblica utilità. L'intero progetto di Tor di Valle è ora appeso al Movimento Cinque Stelle che deve decidere: rilanciare Roma o archiviare l'unico progetto che va oltre le buche e gli slogan.
E' l'assessore all'urbanistica della Regione Lazio Michele Civita a termine della conferenza dei servizi sullo stadio dell'As Roma a Tor di Valle a spiegare la scelta del Campidoglio: “Abbiamo accolto la richiesta avanzata dal Comune per una sospensione di 30 giorni come previsto dalla legge per completare le attività e le valutazioni. I trenta giorni accordati servono a tutti gli enti per predisporre i loro pareri. Noi abbiamo ricordato che oltre a questi aspetti c'è bisogno di completare anche le procedure di adeguamento urbanistico. Come farlo saranno gli enti a decidere. Inoltre si deve lavorare allo schema di convenzione. Sperando, a questo punto, che tutti questi aspetti arrivino un po' prima della chiusura dei lavori prevista il 3 marzo".
Ancora Civita: “In sede di conferenza sono arrivati da Roma Capitale, sulla procedura di Via, tutti pareri positivi per quanto riguarda quindi l'impatto ambientale", ed è stato espresso un parere motivato di dissenso da parte di Città Metropolitana che nello stesso parere ha posto le condizioni per modificare positivamente il parere. È stato appena depositato, quindi ancora non ne conosciamo il merito: gli uffici faranno quindi il loro lavoro e verificheranno".
Il percorso a ostacoli
Nel silenzio imbarazzanti di sindaco e assessore, Civita spiega: “Il Comune di Roma potrebbe fare altre valutazioni, le valuteremo nel merito. Faccio un esempio per assurdo: il Comune ha spiegato con una lettera che la delibera che determinava l'interesse pubblico" dell'opera e che risale alla Giunta Marino "non aveva valore urbanistico e invece magari potrebbe ripensarci... Insomma sono tutte posizioni che adesso valuteranno nella loro autonomia".
Il mistero buffo di Berdini
Prosegue l'assessore regionale: “Con l'assessore all'urbanistica di Roma Paolo Berdini "abbiamo parlato a settembre, all'inizio. Abbiamo discusso ma poi le valutazioni giustamente ognuno le fa in legittima autonomia. Ovviamente noi siamo disponibili, se il Comune di Roma pensa, a discuterne anche politicamente. Confermo la nostra disponibilità ma poi ognuno deve fare legittimamente anche le proprie valutazioni".
La paralisi
Civita ha concluso: “È chiaro che se dovessero arrivare pareri contrari articolati la conferenza dei servizi si fermerebbe". Il tempo scade il 3 marzo.