Roma

Stadio Roma, incontro segreto tra Comune e società: “Procedura falsata”

Il tavolo della Libera Urbanistica contro lo Stadio: “La Conferenza dei Servizi non aveva il diritto di approvare il progetto"

di Federico Bosi

Lo stadio della Roma a Tor di Valle resta avvolto nel mistero: nessuna novità dall'incontro tra Comune e società. “È tutto un bluff: la procedura adottata dalla Conferenza dei Servizi in poi è falsata”.

Si è risolto con un nulla di fatto l'incontro, durato 4 ore, di mercoledì pomeriggio nella sede del Dipartimento Urbanistica del Campidoglio tra i tecnici del Comune e la dirigenza dell'As Roma, guidata da Mauro Baldissoni, per tornare a parlare del progetto dello stadio del club giallorosso. L'iter progettuale di fatto non ha compiuto passi sostanziali in avanti nell'ultimo anno dopo che, a giugno dello scorso anno, l'inchiesta della Procura di Roma ha portato ad indagare per presunta corruzione l'immobiliarista Luca Parnasi, proponente dell'opera, l'ex presidente di Acea Luca Alfredo Lanzalone e alcuni esponenti politici capitolini e regionali.

Il nodo della discussione tra l'As Roma e il Comune sta nelle specifiche legate alla mobilità della convenzione urbanistica, che il Campidoglio a 5 Stelle intende approvare contestualmente alla variante urbanistica chiamata a sancire sulle mappe catastali che al posto dell’ippodromo di Tor di Valle sorgerà un impianto da calcio da 55mila posti ed un business park. Il sistema delle opere di viabilità studiate attorno all’impianto resta dunque un punto cruciale, ancora pieno di fragilità, dell’intero dossier. Il Campidoglio, a quanto filtra, chiederebbe alla società giallorossa la garanzia che i lavori partano dall’unificazione della Via del Mare con la Via Ostiense, operazione che potrebbe richiedere in una delle configurazioni urbanistiche possibili anche l’esproprio di alcuni terreni privati a carico dei proponenti. Invece il club prima di procedere ad interventi che potrebbero portare ad un aggravio di spesa superiore rispetto a quanto preventivato chiederebbe la garanzia dal Campidoglio che contestualmente partano anche i lavori pubblici come la realizzazione del Ponte dei Congressi, finanziato dallo Stato, e del restyling della ferrovia Roma-Lido, a carico della Regione Lazio, entrambi ancora fermi ala fase progettuale.

Dopo due anni dall’approvazione in Assemblea Capitolina del pubblico interesse per l’opera e un anno e mezzo dopo la votazione in Conferenza dei Servizi manca ancora l’intesa per far approdare in Aula varante e convenzione urbanistica.

“Da questo incontro non è uscito nulla – spiega l'urbanista Francesco Sanvitto del Tavolo della Libera Urbanistica - perché stanno continuando a 'menare il can per l'aia'. La procedura adoperata per questo progetto è falsata, è illegittima. La legge dice la Conferenza dei Servizi non aveva il diritto di approvare il progetto ma lo ha fatto adottando una variante generale di piano regolatore. Solamente il consiglio comunale può fare una cosa di questo genere. La presidente della Commissione dei Servizi, una volta scoperto il madornale errore, ha messo ai voti l'adozione della variante ed ha consegnato il verbale al sindaco”.

Qui spuntano altri errori dei 5 stelle: “La legge sugli stadi – continua Sanvitto – prevede che il sindaco, una volta ricevuto il verbale, deve portarlo alla prima seduta utile in consiglio (ovvero la prima con un numero tale da poter sostenere una votazione, ndr). Ovviamente non è ancora stato fatto. È tutto un enorme, gigantesco pasticcio”.

E sulla possibilità di spostare tutto il progetto in un'area a Fiumicino, come proposto dal sindaco Montino, l'urbanista Sanvitto non ha dubbi: “Non succederà mai per due motivi: bisognerebbe ricominciare tutto l'iter da capo, con nuovi progetti e nuove conferenze di servizi ma soprattutto lo stadio a Fiumicino non si farà mai perché vorrà dire che qualcuno ha ammesso i propri errori”.