Roma
Stadio Roma, Pd nel caos. Del Rio: “Nessuna bocciatura”. La verità è un'altra
Il documento ufficiale del Mit è chiaro: “Senza ponte di Traiano sul Tevere niente stadio”
Stadio della Roma, il ministro Graziano Del Rio sconfessa i suoi dirigenti. E su Tor di Valle e il suo futuro come Stadio dell'As Roma si accende un giallo che è tutto di matrice Pd. Già perché due ore dopo il ministro delle Infrastrutture, arriva anche quello dello Sport, Luca Lotti che annuncia una grande apertura del Governo allo Stadio e rimette la palla alla Regione Lazio per la Conferenza dei servizi.
Insomma un caos tutto in casa Pd. Il giorno dopo le prime indiscrezione che annunciavano un parere negativo espresso dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministro corregge il tiro: “Non abbiamo dato parere contrario, abbiamo detto che serve avere una viabilità adeguata".
E, invece, il documento del Ministero che affaritaliani.it pubblica in coda all'articolo dice il contrario: il parere del Mit è negativo e verte tutto sul nodo della viabilità di Roma Sud dove la cancellazione dello svincolo sulla Roma-Fiumicino e il dietrofront sul ponte di Traiano (li ponte sul Tevere collegato allo svincolo), renderebbero la già impossibile circolazione delle auto in un ingorgo garantito.
Il documento ufficiale
Il ministero di Del Rio, nella nota firmata dal Direttore generale, l'architetto Ornella Segnalini, alle settima pagina scrive: “Pertanto, per quanto sopra rappresentato, e per quanto di competenza di questa Direzione Generale, si esprime parere negativo sulla nuova soluzione progettuale, presentata il 15.06.2017 dal proponente Eurnova”.
Insomma una bocciatura clamorosa che rispedisce di fatto il progetto al Comune di Roma che, “nella notte dello stadio” aveva brindato per aver fatto dimagrire col taglio delle torri l'impatto dello stadio e nel contempo era stato costretto a ridurre le opere di pubblica utilità per mantenere la sostenibilità economica dell'investimento di Eurnova.
Lo Stato fa ridere
Ma a ben leggere il parere del Mit esce fuori tutta l'inadeguatezza dello Stato Centrale, una sorta di confessione sull'incapacità dei Governi che si sono succediti dal 2000 ad oggi di portare a compimento un progetto. Il nodo è quello del Ponte dei Congressi, l'opera annunciata a cavallo della legislature Alemanno-Marino e che lo stesso Ministero ammette di essere in itinere per il finanziamento del Cipe dopo le prescrizioni del dicembre 2016 del Consiglio Superiore dei lavori pubblici. Insomma, se le opere le deve fare lo Stato, ci vogliono anche 17 anni, mentre il privato deve portare a compimento un ponte prima di aver concluso i suoi cantieri e in meno di due anni.
La sintesi del progetto conteso
Riassumendo per chi non ha tempo e voglia di ricostruire la vicenda surreale dello Stadio: Marino Pd approva il progetto dello Stadio; Raggi grida allo scempio urbanistico e lo fa dimagrire, il Ministero dà parere negativo ma due ministri invece negano e si dichiarano pronti a trovare la formula per trovare l'accordo col Comune, Intanto “la palla” passa al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che, in piena campagna elettorale deve decidere se mandare avanti il progetto o bocciarlo. L'unica certezza è che dietro lo stadio non c'è un problema urbanistico ma una battaglia politica bella e buona tra Pd e M5S. Chi sbaglia a scrivere o a parlare si assume la responsabilità di affondare lo Stadio nella melma del Tevere.