Roma
Stadio Roma, Sanvitto: “Quello che la Raggi ignora della Legge sugli stadi”
Il leader del Tavolo dell'Urbanistica, Sanvitto, spiega i vantaggi che avrebbe avuto la Raggi evitando il passaggio in Consiglio Comunale
Virginia Raggi a giudizio per abuso d'ufficio per la vicenda dello Stadio della Roma, il giorno dopo il processo l'architetto Francesco Sanvitto, chiarisce tutti i dubbi sulla legittimità dell'esposto del Tavolo della Libera Urbanistica.
E lo fa con un post social “pesante”, diretti agli avvocati del sindaco che nell'udienza di martedì 14, hanno sollevato più volte il quesito su quali vantaggi avrebbe avuto il sindaco nel superare a piè pari il passaggio in consiglio Comunale “previsto per legge” del verbale conclusivo della Conferenza dei Servizi.
Scrive Sanvitto: “Cari avvocati della sindaca Raggi, Mancori e Fasulo rispondo alla domanda che ieri in udienza avete reiterato più volte, quale vantaggio ha portato alla società di Parnasi l’aver omesso il passaggio in Consiglio comunale del verbale conclusivo della conferenza dei servizi, pubblicando, invece, nell'albo pretorio - per la presentazione delle osservazioni - la variante generale del prg"?
E per i legali arriva una mini lezione di urbanistica: Il "verbale" della CdS che avrebbe dovuto essere portato in Consiglio riservava per i Consiglieri una “sorpresa” perchè conteneva DUE DISTINTI ELEMENTI DA METTERE AI VOTI : 1) il Progetto dello stadio e del business park in "variante" al PRG e ... 2) La variante generale al PRG che costituisce una nuova “Centralità Urbana”.
· La "legge sugli stadi" non modifica l'iter di adozione di una variante generale di PRG ed il Consiglio Comunale avrebbe dovuto aprire il dibattito per adottare la variante generale che istituisce "una nuova centralità urbana";
· Se, come sembra, pare che dei funzionari dell'Urbanistica comunale abbiano detto in occasione delle indagini che la "prima seduta utile nella quale deve esprimersi il Consiglio Comunale" sia quella dell'approvazione della variante del PRG e che si può fare solo dopo la pubblicazione della variante stessa, sbagliano. La variante, dopo le osservazioni, NON viene approvata dal Consiglio, ma il Consiglio può esprimersi SOLO sulle osservazioni per approvarle o meno dopo aver preso atto delle "controdeduzioni" dei tecnici comunali e non può intervenire nel merito dei contenuti della variante generale stessa;
· Nella normativa urbanistica i PRG e le loro varianti vengono "adottati" dai Consigli Comunali con una duplice deliberazione: l’una che esprime la volontà dell’amministrazione in ordine allo strumento urbanistico da adottare, cui segue la pubblicazione e la raccolta delle osservazioni; l’altra deliberazione, con la quale il Consiglio/l’Assemblea si pronuncia sulle osservazioni proponendo l’accoglimento o il rigetto all’autorità preposta all’approvazione, nel caso di specie la Regione.
Il Sindaco non portando il "verbale" (non la variante del PRG) nella “prima seduta utile" del Consiglio Comunale ha evitato politicamente un lunghissimo dibattito sui contenuti della NUOVA Centralità Urbana ed ha altresì cercato di evitare una possibile bocciatura politica permettendo ai Consiglieri di esprimere il loro pensiero sui contenuti del nuovo Piano da ADOTTARE, ma soprattutto ha consentito all’imprenditore Parnasi di non adeguarsi alle innumerevoli prescrizioni allegate al verbale di chiusura della Conferenza dei Servizi, come, invece, avrebbe dovuto fare con il passaggio in Consiglio Comunale con risparmi in termini di progettazione e rischi di impresa, mediamente riconducibile al 14% dell'investimento”.