Stadio Roma, Virginia Raggi avvia inchiesta interna, “ad culum parandum”
Raggi avvia “due diligence” sull'iter che approvò lo #stadiofattobene
Stadio della Roma, il sindaco Virginia Raggi sceglie la soluzione che solo l'ironia dell'assessore di Ignazio Marino, Alfonso Sabella fu in grado di sintetizzare con una frase prelevata dal latino: “Ad culum parandum”.
Proprio così, come i burocrati descritti da Sabella, Virginia Raggi ha compreso gli effetti dell'inchiesta che vede paradossalmente un indagato (che non parla) in carcere come un mafioso e ha deciso di avviare “due diligence” sulla procedura che hanno portato se stessa e l'intera Giunta ad approvare il progetto 2 dello stadio di Tor di Valle, quello definito #stadiofattobene.
Talmente fatto bene, con la cancellazione delle torri e del ponte dei Congressi che, proprio ad culum parandum il sindaco Raggi in versione “aliena”, annuncia: “"Ho chiesto una 'due diligence' sulla procedura, con particolare riferimento a traffico e della viabilità. Perché quelle intercettazioni un dubbio lo devono far venire. Se emergono anomalie ci sarà bisogno di rivedere quello che è stato fatto. Se tutto risulterà nella norma saremo i primi ad andare avanti".
Ora, per chi non fosse esperto di tecnicismi commerciali, una “due diligence” è un termine di derivazione francese che indica la “dovuta diligenza” nell'analisi di un processo, cioè un'investigazione preventiva per analizzare se sussistono o meno le condizioni di fattibilità di una determinata operazione, nel caso di specie se tutte le azioni amministrative svolte da funzionari e dirigenti del Comune, sono compatibili col progetto. Insomma, uno studio che il Comune avrebbe dovuto fare preventivamente non dopo l'apertura dell'indagine penale. E neanche dopo la denuncia presentata dal Tavolo della Libera Urbanistica contro ignoti.