Roma
Stalker rifiuta il braccialetto elettronico: “Non sono un cane”. Va in carcere
La Procura di Tivoli inasprisce la pena: “Incapacità di conformarsi ai precetti dell’autorità”
Rifiuta il braccialetto elettronico urlando ai carabinieri “Non sono un cane” e finisce in carcere.
Per lui la Procura di Tivoli ha deciso per un inasprimento della pena per stalking, poiché dopo aver rifiutato l’applicazione del braccialetto elettronico e sebbene “colpito” del divieto di avvicinamento ad una donna ed ai luoghi frequentati dalla stessa, l’uomo avrebbe continuato ad importunare la vittima anche presso l’abitazione ed il luogo ove questa esercita la professione lavorativa, dimostrando una determinata “incapacità di autocontrollarsi”.
Il tempestivo intervento della Procura della Repubblica di Tivoli, che ha richiesto l’aggravamento della misura cautelare, ha sortito l’immediato aggravamento nella misura della custodia in carcere da parte del Gip di Tivoli che ha riconosciuto “un’incapacità di conformarsi ai precetti dell’autorità” e la presenza di “un indice sintomatico della negativa personalità dell’indagato”.