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Roma
Stalking, Fiorella Mannoia sul banco dei testimoni: “Mia nipote rovinata”

Fiorella Mannoia dal palcoscenico ai banco dei testimoni per una vicenda di stalking e violazione della privacy. Al centro del caso la nipote della cantautrice romana, presa di mira da una signora anziana, vicina di casa.

"Mia nipote vive da anni in un incubo perché una condomina l'ha presa di mira", ha detto Fiorella Mannoia al giudice Tiziana Gualtieri, nell'ambito nell'ambito di un processo che vede sua nipote vittima di stalking.
La vicenda, stando al racconto della ragazza, ascoltata dal giudice del tribunale monocratico subito dopo la zia, ha avuto inizio quasi 18 anni fa, ed ha come teatro una palazzina ai Parioli dove, per qualche tempo, ha vissuto anche l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. La protagonista è Antonia Concas, una 72enne di orgine di Nuoro.

Rispondendo alle domande delle parti, la vittima, ha spiegato di essere stata continuamente presa di mira dall'inquilina settantaduenne del piano terra. Un lungo calvario, fatto di appostamenti per le scale, pesanti insulti, botte e minacce di morte, interrotto solo da un provvedimento cautelare, emesso da un altro giudice, in un secondo procedimento a carico dell'imputata, che vieta all'anziana di dimorare a Roma.

"Bloccava il mio citofono, in modo che suonasse a lungo durante la notte. Non potevo dormire”, ha spiegato la ragazza. “Ho trovato escrementi sulla maniglia della porta e, ogni volta che passavo davanti al suo ingresso venivo insultata".
Visibilmente provata nel ripercorrere davanti al giudice i momenti salienti della sua disavventura, la vittima ha poi raccontato di essere stata in un'occasione picchiata con un ramo. In particolare, essendo stata invitata in casa dell'anziana per ricevere le condoglianze per un lutto recente, la vittima ha raccontato di essere stata minacciata di morte: "Appena entrata in casa, la signora ha chiuso la porta e mi ha detto 'ora siamo sole, ti ammazzo'".

Fiorella Mannoia ha raccontato: “Lei e' una ragazza giovane e all'inizio tutti noi in famiglia cercavamo di minimizzare la questione. Le dicevamo di portare pazienza perché la signora era anziana, suggerendole di adottare ogni cautela per evitare qualunque tipo di rumore, come camminare con i tacchi la sera, sentire la musica ad alto volume, fare tardi la notte. Poi abbiamo capito che Francesca faceva una vita assolutamente normale, spesso era fuori casa per lavoro, eppure era vittima di una vera e propria persecuzione. Questa inquilina, a tutte le ore dalla giornata, ma soprattutto di notte, sferrava continui colpi sul soffitto con bastoni e mazze gridando insulti e ingiurie all'indirizzo di Francesca senza alcun motivo".

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