Roma

Stangata tariffe A24, sindaci di Lazio e Abruzzo contro il maxi-rincaro

Il sindaco di Marcellina: “Famiglie messe alle strette. Non ci sono alternative”

di Diana Maltagliati

 

 

La stangata delle tariffe dell'A24, entrate in vigore a partire dal 1 gennaio con rincari che sfiorano il 13%, non ha lasciato in silenzio i sindaci del Lazio e dell'Abruzzo, che hanno organizzato un sit-in davanti al casello di Vicovaro Mandela.

 

Più di 50 primi cittadini si sono dati appuntamento alle 7 di mattina dell'8 gennaio per protestare contro gli aumenti di un'arteria importantissima per i pendolari della Regione Lazio, delle Valli dell'Aniene, del Giovenzano e del Turano.
Si tratta di “rincari automatici” sbloccati dal Tar per la Roma-L'Aquila, gestita dalla società “Strada dei Parchi”, che toccano il 12,89%. Qui si arriva a pagare circa un euro e 50 centesimi in più, il che vuol dire che dagli attuali 11,60 si passerà a 13 euro e 10 centesimi. Chi da Teramo deve arrivare nella capitale (o viceversa) deve sborsare, con le nuove tariffe, 19 euro e 70 centesimi, mentre sulla tratta Pescara-Roma Est si arriva in totale, 23 euro e 10 centesimi. Sull'Aquila-Avezzano, tragitto frequentatissimo dai pendolari, si passa dai 4,90 euro attuali ai 5,50.
Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha chiesto e ottenuto un incontro d'urgenza con il ministro del Mit Graziano Delrio per discutere della questione e trovare una soluzione alternativa. Il 1 gennaio aveva infatti dichiarato: "Pur comprendendo ogni possibile variabile utile ad un riallineamento del pedaggio su tariffe più aggiornate in questo caso salta all'occhio come tale riallineamento ometta diversi fattori da valutare, fattori che nell'ambito dei servizi offerti al cittadino costituiscono elementi invece imprescindibili, a partire - per fare solo un esempio - da quello della gradualità. Quindi, è evidente che - a questo punto - urge un intervento normativo/amministrativo che imponga un freno in grado di interpretare le condizioni del terreno su cui si agisce”.

Tra i sindaci presenti al sit-in anche il primo cittadino di Marcellina, Alessandro Lundini, che ha scelto Affaritaliani.it per spiegare il motivo della protesta di massa.

Sindaco, quanti sono i suoi omologhi al momento al casello Vicovaro Mandela?

A colpo d'occhio siamo una 50ina. Ci sono sindaci sia del Lazio che dell'Abruzzo e consiglieri regionali e comunali. In tutto il documento dei sindaci è stato sottoscritto da oltre 70 enti, parliamo anche di comunità montane che hanno deciso di appoggiare la causa. Spesso per le mobilitazioni è difficile mettere insieme i sindaci a causa dei diversi impegni, questa volta la mobilitazione ha visto la partecipazione è stata compatta e al di là dei colori politici.

I rincari delle autostrade sono fisiologici: come mai quello di questo 1 gennaio ha creato tanto scalpore?

Perché questo è un aumento eccessivo anche rispetto agli aumenti delle altre tratte autostradali. Poi la situazione risulta ancora più pesante perché questa è un'autostrada utilizzata soprattutto dai lavoratori e dagli studenti che si spostano per necessità per arrivare a Roma. È un territorio che ha già diversi problemi e questi rincari vanno a pesare sulle famiglie in maniera davvero pesante.

C'è il rischio che le autostrade si spopolino creando ingorghi sulle strade consolari o che addirittura qualcuno su lungo periodo pensi di lasciare i paesi per trasferirsi a Roma?

Questo secondo pericolo è dato proprio da un contesto economico che mette in difficoltà le piccole comunità locali e tutta la rete dei comuni che fa parte della Città Metropolitana di Roma e non solo e ovviamente il rischio è anche quello di andare a pesare sulle altre strade consolari e creare ulteriori difficoltà di mobilità e di inquinamento. Chi non ne può fare a meno, invece, dovrà sottostare a costi economici che sono rilevanti.

Se diminuisce l'utenza diminuiranno pure i fondi investiti su sicurezza e manutenzione?

C'è anche questo problema, sì. Anche le altre strade consolari non versano nelle migliori condizioni possibili. Ma soprattutto non ci sono alternative allo spostamento coi mezzi privati: bisognerebbe migliorare e incentivare il sistema della mobilità alternativa via ferro. Sulla rete ferroviaria i lavori sono ancora lenti e questo pregiudica la possibilità di trovare sistemi di mobilità più economici o meno impattanti dal punto di vista ambientale. Chi non può utilizzare la propria automobile deve utilizzare una rete inadeguata alle necessità dei territori.

Gli anni passati i rincari sono stati mitigati dall'intervento della politica: cos'è andato storto stavolta?

Stavolta è stato preso sottogamba il rischio che ci potessero essere aumenti così importanti, probabilmente bisognava monitorare per tempo la situazione, fermo restando che è la legge che permette ai gestori privati di aumentare le tariffe. Quello che è successo quest'anno è stato comunque eccessivo.

È stato annunciato un incontro Delrio-Zingaretti: secondo lei a cosa potrà portare? Verranno proposte alternative?

Noi ce l'auguriamo. Se questo intervento non si poteva prevedere prima, bisogna sollevare il problema ora. Serve una presa di posizione seria, concreta e soprattutto immediata.