Stato imprenditore: Santa Severa, Castello delle meraviglie... a caro prezzo
Location unica nel Mediterraneo e notti da sogno:il segreto del Castello gestito direttamente da una società in house della Regione Lazio
di Fabio Carosi
“Privato” è bello e se gestito dallo Stato, è meglio. Se poi la location esclusivissima di eventi, cerimonie, mostre culturali e concerti è un castello, allora sì che la statalizzazione diventa un esempio da seguire. Lo Stato-imprenditore torna di moda. Anche se a caro prezzo.
Succede a Santa Severa a pochi chilometri da Roma. A picco sul mare c'è il Castello omonimo che dalla scorsa primavera è un bene demaniale gestito direttamente dallo Stato, nel caso specifico dalla Regione Lazio, attraverso la società di scopo LazioCrea, in collaborazione con il Mibact, il Comune di Santa Marinella e una coop.
Il castello più bello del Mediterraneo è dunque un esempio di come lo Stato – quando vuole – riesce a fare business mescolando cultura, eventi, ristorazione e quello che si ostinano a chiamare “ostello” e che invece è una location esclusiva, elegante nella sua ricercata essenzialità e a costi abbordabili. L'ostello potrebbe competere - e lo fa in silenzio – con location suggestive delle blasonate Toscana e Umbria ma a Santa Severa ha un unicum: le imposte delle stanze da letto hanno due affacci: a picco sul mare blu o nel cortile del castello, dove di notte riprendono vita nella fantasia degli ospiti, dame e cavalieri.
I NUMERI DEI PRIMI MESI
Per chi fosse ancora scettico sulle capacità dello Stato-imprenditore ecco qualche numero del castello macchina da guerra: in 2 mesi ha collezionato 6mila visitatori grazie a un programma da far invidia alla Versilia: il mare è stato protagonista del più grande evento italiano dedicato al surf, Surf Expo, che nel week-end del 20-22 luglio ha festeggiato il suo ventennale sulla spiaggia antistante il castello con le sue 20.000 presenze . E poi il programma di Sere d’estate premiato da un pubblico costante e numeroso che ha partecipato ai tanti spettacoli proposti, anche con diversi sold out come nel caso di Renzo Arbore e l’Orchestra italiana e Maurizio Battista con “Scegli una carta” . E poi i monologhi di Max Giusti e Edoardo Leo che hanno riempito la Spianata dei Signori di un pubblico attento e partecipato. E ancora teatro, balletti, concerti per un’estate che ancora non è finita al Castello baciato dal mare. Questa sera è la volta del concerto tributo a Lucio Battisti con Giandomenico Anellino e Roberto Pambianchi “Libere Emozioni ” e domani 30 agosto un singolare quartetto d’archi composto da Pino Caronia primo violino, Antony Silveri violino, Anna Rollando viola e Stefano Marzolla contrabbasso presenta un programma legato al tema delle “Danze”: dalla Taranta a Despasito. Infine il 31 agosto: concerto di una band che rappresenta la “storia” della musica italiana, I Nomadi, il 1 settembre arrivano Lillo e Greg e, sabato 8 settembre, gran finale con uno show spettacolare che coinvolge 130 musicisti: Pink Floyd Legend.
QUANDO LA SINISTRA FA BUSINESS COI SOLDI PUBBLICI
Ma cosa si nasconde dietro il “Castello dei miracoli”? Intanto una fissazione del centrosinistra romano poco incline alle privatizzazioni e molto lanciata nel business della cultura con fondi pubblici. Dietro il Castello di Santa Severa - un po' come fece Goffredo Bettini con l'Auditorium, c'è il “genio pubblico di Albino Ruberti” manager un po' figlio d'arte, chiamato dal 2005 nella holding della cultura romana Zetema e a fine mandato recuperato da Zingaretti prima a LazioCrea e poi come capo di Gabinetto della Regione. A LazioCrea firma la rinascita del Castello spendendo “due soldi” per risistemare il finto ostello, vero resort, e decide che tutto quel ben di Dio che si affaccia sul mare della tranquilla Santa Severa può e deve diventare una perla del Lazio prima e poi del Mediterraneo.
GARE PER 6 MLN DI EURO
Solo che ogni perla ha un suo prezzo e così LazioCrea in pochi mesi ha lanciato una serie di gare per i servizi che vanno dalla reception compresi i servizi museali e gli eventi straordinari (590 mila euro in 46 mesi), sino alla manutenzione degli impianti (278 mila euro per 51 mesi), sino alle pulizie che vale 5 milioni per 4 anni e 5 mesi. Poi c'è una gara con la quale LazioCrea voleva affidare i servizi di ristorazione, ma è andata deserta, c'è chi dice per la bassissima sostenibilità economica del business destinato ai privati. Dalla torre del Castello giurano che ci riproveranno.
MA IL BUSINESS PLAN?
Insomma, il gioiello costa e tanto, e a pagare è la Regione Lazio. Un privato avrebbe accompagnato l'impresa con un business plan per capire entro quanto tempo rientrare dell'investimento e quando iniziare a guadagnare, per la Regione Santa Severa per ora è alla voce investimenti. Idea geniale, spazio unico e di proprietà dello Stato ma per farlo diventare passare all'altra colonna delle passività, la via è lunga. Per ora guai a chi si perde una sera o un week end nel castello.